Banche: armate e defilate - Nigrizia
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Conflitti e Terrorismo
Banche: armate e defilate
Export di armi e servizi bancari / La Campagna denuncia
06 Aprile 2009
Campagna a cura di
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Export di armi e servizi bancari / La Campagna denuncia
Il Rapporto 2009 al parlamento sull’import-export di armi “dimentica”, come già nel 2008, la lista degli istituti di credito che appoggiano il commercio di armamenti.

La Campagna di pressione alle “banche armate” (promossa dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia,) – pur apprezzando la pubblicazione anche quest’anno del Rapporto del Presidente del Consiglio sui lineamenti di Politica del Governo sull’esportazione e il transito di materiale d’armamento e la sua accessibilità attraverso la pubblicazione sul sito della presidenza del consiglio – è fortemente preoccupata per il consistente incremento delle autorizzazioni alle esportazioni di armamenti, che nel 2008 hanno raggiunto la cifra record di oltre 3 miliardi di euro, con un crescita di quasi il 29% rispetto al 2007. Senza dire che il valore delle autorizzazioni delle transazioni bancarie ha superato i 4 miliardi di euro. «In particolar modo – denunciano padre Alex Zanotelli, padre Mario Menin e padre Franco Moretti, direttori delle riviste Mosaico di Pace, Missione Oggi e Nigriziaci preoccupano, e crediamo che non possano essere lasciate senza spiegazioni,le autorizzazioni verso paesi in conflitto (tra cui Israele), in zone di forte tensione (Medio Oriente, Africa e Asia), dove le organizzazioni internazionali segnalano “gravi violazioni dei diritti umani”, e, più in generale, verso i paesi del sud del mondo, a cui, nell’insieme, lo scorso anno è stato destinato più del 30% dell’esportazione militare italiana, pari a quasi 928 milioni di euro». La campagna, inoltre, nel valutare la volontà espressa dalla presidenza del Consiglio di «incrementare ulteriormente la trasparenza sulle attività», non ritiene giustificata la mancanza nel Rapporto della tabella riassuntiva del “Valore degli importi autorizzati” agli istituti di credito che forniscono servizi d’appoggio al commercio di armi. «Una tabella che – sottolineano i direttori – non dovrebbe mancare dalla più ampia Relazione che la presidenza del consiglio ha consegnato al parlamento: una tabella la cui pubblicazione, contestualmente al Rapporto, avrebbe indicato una chiara volontà di trasparenza su tutti i settori dell’esportazione di armamenti». «Ricordiamo – prosegue la nota dei tre direttori – che nel giugno 2008 la nostra Campagna, con una lettera ufficiale alla presidenza del Consiglio e alle amministrazioni competenti, ha segnalato la mancanza nell’allegato alla Relazione del ministro dell’economia e delle finanze (dipartimento del tesoro) del “Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito”: un documento voluminoso che il suddetto ministero ha sostituito – senza alcuna spiegazione – con un “Riepilogo in dettaglio suddiviso per Aziende” (Documento E), che, di fatto, ha sottratto al controllo parlamentare e della società civile informazioni di decisiva rilevanza circa l’operato in materia degli istituti di credito. Stiamo ancora aspettando risposta a quella lettera inviata alla presidenza del Consiglio e alle amministrazioni competenti». «Vogliamo, perciò, credere che la volontà espressa dalla presidenza del Consiglio nell’attuale Rapporto di porre”ogni sforzo per continuare il dialogo con i rappresentanti delle organizzazioni non governative interessate al controllo delle esportazioni e dei trasferimenti dei materiali d’armamento, con la finalità di favorire una più puntuale e trasparente informazione nei temi d’interesse”, intenda comprendere anche un confronto approfondito sui temi delle informazioni che riguardano le operazioni bancarie. Operazioni che sono l’unico modo per garantire un riscontro ufficiale e preciso agli istituti di credito che hanno messo in atto politiche restrittive in materia, e consentono alla società civile di valutare l’operato delle banche con il rigore e l’attenzione che sono indispensabili». «Ci associamo, pertanto, alla richiesta della Rete Italiana Disarmo – di cui la nostra campagna è parte – nel chiedere un incontro urgente con la presidenza del consiglio e le amministrazioni competenti per poter valutare nel merito l’attuale Rapporto e, più in generale, la politica del governo sull’esportazione materiale d’armamento, e chiediamo fin d’ora che il parlamento analizzi l’attuale Rapporto e la Relazione che gli è stata inviata anche con un dibattito finale in aula che preveda una votazione esplicita su un tema così delicato come quello dell’esportazione militare italiana».

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