Revisione della spesa pubblica
Dopo le affermazioni del presidente del consiglio e del ministro della difesa su una possibile revisione del programma di acquisto dei cacciabombardieri, ricordiamo al governo quanto si può fare tagliando le ali alle armi. Rete disarmo preoccupata per il Consiglio supremo di difesa convocato per mercoledì 19.
Il ministro della difesa Roberta Pinotti, in merito al programma per l’acquisti dei cacciabombardieri F-35, (una spesa che, per 90 caccia, supererà i 14 miliardi di euro) ha dichiarato a Sky Tg24 che «è lecito immaginare una razionalizzazione, si può ridurre e rivedere, chiedendosi che difesa vogliamo, quale tipo di protezione ci può servire. C’è un impegno assunto dal governo, aspettiamo la fine dell’indagine conoscitiva per prendere le decisione». Interpellato ieri dai giornalisti il presidente del consiglio Matteo Renzi ha ribadito che «il programma F-35 continua, ma sarà rivisto».
Non sappiamo se queste dichiarazioni avranno un seguito o si perderanno nelle nebbie della spending review. Riteniamo tuttavia opportuno ricordare Renzi e al suo governo che cosa si potrebbe fare smettendo di comprare gli F-35. Un solo cacciabombardiere costa 135 milioni di euro, come ha evidenziato il recente rapporto “Caccia F-35 la verità oltre l’opacità” della campagna “Taglia le ali alle armi”, una mobilitazione che va avanti dal 2009 e che dice no a questa inutile spesa militare.
Con i soldi risparmiati per un solo aereo si potrebbero retribuire di 5.400 ricercatori per un anno; mettere in sicurezza di 135 scuole (rispetto norme antincendio, antisismiche, idoneità statica); acquistare di 21 treni per pendolari con 12.600 posti a sedere; 33.750 borse di studio di 4000 euro per gli studenti universitari; far partecipare 20.500 ragazzi al Servizio civile nazionale; la costruzione di 405 nuovi asili capaci di accogliere 12.150 bambini e creare 3.645 nuovi posti di lavoro; accogliere dignitosamente di 10.567 richiedenti asilo per un anno.
Consiglio supremo di difesa
Sempre in merito agli F-35, la Rete Disarmo – che con Sbilanciamoci, Tavola della pace è tra i promotori della campagna “Taglia le ali alle armi” – esprime più di qualche preoccupazione in vista del Consiglio supremo di difesa convocato mercoledì 19 marzo dal presidente Napolitano. Tra i punti previsti all’ordine del giorno, anche quelli riguardanti «criticità relative all’attuazione della Legge 244 di riforma e impatto sulla Difesa del processo di revisione della spesa pubblica in corso».
La Rete si augura che si valuti in che modo eliminare gli sprechi della spesa militare e che non si pensi invece a salvarla dai tagli subiti da altri comparti della spesa pubblica. E ribadisce che «è il parlamento il luogo deputato e naturale a definire qualità ed entità della spesa per gli armamenti, oltre che un modello di difesa». E ricorda che «ai sensi della nostra Costituzione nessuno ha “diritto di veto”, un tipo di timore espresso da precedenti prese di posizione del Consiglio supremo di difesa, mentre sicuramente il Parlamento ha il “dovere di voto” sulla materia in questione».
Per approfondire l’argomento ecco alcuni link utili:
Pubblicato su Nigrizia.it il 17 marzo 2014
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Causale TITOLO DELLA CAMPAGNA
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