F-35 e Mauro-Pinocchio - Nigrizia
Campagna NO F-35
F-35 e Mauro-Pinocchio
Tagliamo le ali alle armi
13 Marzo 2014
Campagna a cura di Redazione
Tempo di lettura 5 minuti

Tagliamo le ali alle armi
Dopo le dichiarazioni del ministro della difesa, presa di posizione della Rete Disarmo: basta bugie e motivi fasulli, l’acquisto dei caccia F-35 è inutile e insensato. Per questo va fermato.

Non c’è nessuna ragione perché l’Italia continui a partecipare al programma dei cacciabombardieri F-35. Lo confermano le dichiarazione di ieri del ministro della difesa Mario Mauro, che ammette che non ci sono penali in caso di disimpegno italiano dal programma, ma continua ad usare dati impropri e gonfiati per continuare a giustificare questa spesa inutile e problematica.

Lo afferma la Rete Disarmo dopo le esternazioni di ieri del ministro Mauro, rilasciate in contesto di audizione ufficiale al Senato. Ecco un passaggio chiave: «Si dice che se ci ritiriamo dal programma per i caccia F35 non avremo penali. Ma abbiamo già speso 3 miliardi e mezzo di euro per la portaerei Cavour – ce ne sono solo due in Europa, l’altra è la francese Charles de Gaulle – che dovrebbe ospitare gli F35 a decollo verticale. Allora non capiremmo per quale ragione abbiamo speso quei soldi».

Da queste dichiarazioni, secondo la Rete Disarmo, si possono trarre tre conclusioni.

Per prima cosa si conferma quanto la campagna “Taglia le ali alle armi” dice da tempo: per la struttura del programma F-35 oggi non sono previste penali in quanto gli accordi e i contratti (sottoscritti con il governo Usa e non con Lochkeed Martin e per questo motivo soggetti ai cicli di acquisto Usa) vengono definiti annualmente. Per questo motivo basta bloccare la decisione di acquisto per ciascuno dei lotti successivi, anche se iniziati con pre-acquisti di alcuni pezzi, per azzerare qualsiasi onere futuro sui velivoli. Elemento da sempre sottolineato dalle campagne che si oppongono al cacciabombardiere, ma che è stato addirittura ancora utilizzato da diversi esponenti parlamentari nel corso delle recenti discussioni alla Camera e al Senato sulle mozioni “NO F-35”.

In secondo luogo, emerge chiaramente la scarsa considerazione in cui è tenuto il Parlamento costretto in questi anni (e numerose volte, di recente) a sorbirsi numeri fasulli e non completi relativamente al programma F-35 e alle situazioni ad esso connesse. Come è accaduto ieri nel conteggio dei costi sostenuti per la Portaerei Cavour – i 3,5 miliardi sono una cifra molto al di sopra del prezzo di produzione della stessa e probabilmente comprendono anche le spese sostenute per la gestione, l’esercizio e l’addestramento – e come già successo nei giorni scorsi proprio a riguardo del caccia F-35.

Lo stesso ministro Mauro ha infatti dichiarato pubblicamente che i 90 caccia in previsione costeranno 12 miliardi di euro (confermando le stime di “Taglia le ali alle armi”), dicendo però che i primi esemplari costeranno circa 100 milioni di euro con un prezzo in discesa (60 milioni) per i successivi esemplari. Come sia possibile con un costo totale che, con una semplice operazione di algebra elementare, comporta una media di costo a velivolo di oltre 130 milioni di euro resta un mistero che il Ministro dovrebbe chiarire meglio…

La terza sottolineatura è sull’affanno con cui il ministero della Difesa e i fautori del programma F-35 JSF (Joint Strike Fighter) continuano e cercare di giustificare questa scelta difendendo l’indifendibile. Non potendo addurre motivazioni strategiche, militari ed operative serie (se non il reiterato «sono indispensabili» che dovrebbe chiude ogni possibile replica e che fa sembrare altamente ridicola l’accusa di “ideologia” avanzata verso i gruppi pacifisti e disarmasti) si continuano a cercare le motivazioni più disparate e inconsistenti.

Dalle penali, ormai smentite, al ritorno occupazionale che non regge più nemmeno con previsioni ridotte ai minimi termini. Dalle possibili ricadute tecnologiche, assolutamente scarse e che avremo semmai fra diversi anni, fino al ritorno industriale che secondo il ministro dovrebbe addirittura superare in valore assoluto la spesa totale del nostro paese. Sarebbe un vero e proprio “miracolo italiano” per un progetto di cui siamo solo subfornitori in percentuali basse e senza nemmeno una spinta utile in direzione di ricerca e sviluppo. Fino ad arrivare al tentativo di giustificare l’acquisto dei caccia F-35 come mera conseguenza della precedente scelta di varare la portaerei Cavour. Un “effetto domino” costoso e insensato che non reggerebbe in qualsiasi altro contesto (voi giustifichereste l’acquisto di nuovi treni ultraveloci con i costi già assunti per la costruzione e la gestione delle stazioni in cui si fermeranno?).

Ma le prese di posizione paradossali non finiscono qui… Nelle dichiarazioni di ieri il ministro Mauro ha anche sottolineato come: «La Difesa nei paesi europei è inefficiente perché ciascuno va per la propria strada. I dati del 2011 indicano che i paesi europei hanno speso nel complesso 29,2 miliardi di euro per l’acquisizione di sistemi d’arma ed equipaggiamenti ma di questi, solo 7,3 miliardi sono andati a programmi di acquisizione condotti in cooperazione tra due o più paesi dell’Unione». Domanda: tra i paesi europei che stanno andando per la propria strada privilegiando una coproduzione extra-Ue e sono succubi delle indicazioni strategiche ed operative di Washington non c’è proprio l’Italia con la sua ostinata decisione di proseguire nell’acquisto dei caccia F-35? Qualcuno (in parlamento o nel governo) lo può spiegare al Ministro Mauro?

 

Pubblicato su Nigrizia.it il 1 Agosto 2013

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