Daviz Mbepo Simango, sindaco di Beira, fondatore e presidente del Movimento democratico del Mozambico (MdM), è morto il 22 febbraio in Sudafrica dopo aver subito un arresto cardiaco. Simango aveva 57 anni. La causa della morte è stata annunciata dal suo partito, che però non ha fornito dettagli sul ricovero nel paese vicino che durava già da più di una settimana.
La prima dichiarazione ufficiale dopo la morte è stata fatta da José Domingos, segretario generale del MdM, nella sede nazionale del partito a Maputo. Ha detto che il Mozambico ha perso “un grande uomo” che “stava facendo la sua parte per favorire un clima democratico nel paese”.
I vari rappresentanti dei partiti politici e delle istituzioni civili, hanno affermato che con Simango il paese ha perso un eccezionale leader dell’arena politica nazionale che aveva avuto un ruolo profondo nel consolidamento della democrazia e del pluralismo politico mozambicano.
Il primo candidato indipendente divenuto sindaco
Daviz Simango passerà alla storia come il primo candidato indipendente divenuto sindaco di un comune in Mozambico. Fu eletto per la prima volta sindaco di Beira, la seconda città più importante del Mozambico, nel 2003, come candidato della Resistenza nazionale mozambicana (Renamo), il principale partito di opposizione.
La sua carriera politica sembrò in declino nel 2008, quando Afonso Dhlakama, il defunto leader della Renamo, rinunciò a sostenerlo per un secondo mandato a sindaco, favorendo invece l’influente deputato Manuel Pereira. Date le circostanze, Simango decise di presentarsi come indipendente, vincendo le elezioni con un ampio margine sui candidati sia del Renamo che del Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo), il partito al potere.
L’anno dopo Simango fondò il MdM, con il quale corse, quello stesso anno, alle elezioni presidenziali e legislative. Arrivò terzo alle presidenziali e riuscì a far eleggere otto deputati all’Assemblea Nazionale, ponendo fine allo storico bipolarismo Frelimo-Renamo in parlamento.
Daviz Simango si ricandidò alle elezioni presidenziali del 2014 e del 2018, conservando sempre il terzo posto e, con il suo partito, eleggendo altri deputati in parlamento. Nel frattempo, vinse di nuovo le elezioni comunali a Beira nel 2013 e nel 2017, diventando il sindaco con più anni alla guida di un comune in Mozambico.
Ingegnere, politico, cristiano impegnato
Laureato in ingegneria civile all’Università Eduardo Mondlane di Maputo, con esperienze di apprendistato in Portogallo e in Italia, il leader del MdM è cresciuto in una famiglia dove la passione politica si respirava quotidianamente. Sia suo padre, Uria Simango, che sua madre, Celina Muchanga, erano esponenti di spicco del Frelimo.
Entrambi furono giustiziati in uno dei campi di rieducazione per gli oppositori al regime, con l’accusa di tradimento, dopo l’indipendenza del Mozambico, proclamata nel 1975. Suo fratello, Lutero Simango, è attualmente il presidente dei deputati del MdM in parlamento.
Fin dall’inizio, Simango si è distinto per la sua posizione alternativa, soprattutto al partito al potere. Durante un’intervista sulla formazione della nazione mozambicana, ha persino affermato che la storia del paese è raccontata secondo gli interessi di quattro o cinque persone ed è quindi molto faziosa. Ha più volte proposto la creazione di una commissione per la verità, seguendo il modello adottato dal Sudafrica dopo l’apartheid, per indagare senza riserve sui periodi della lotta di liberazione nazionale e della guerra civile.
Ma è il modo in cui Daviz Simango ha amministrato la città di Beira che risulta l’aspetto più positivo della carriera di questo politico mozambicano. Nel 2006, la rivista sudafricana Professional management review Africa lo ha premiato come miglior sindaco tra tutti i comuni del Mozambico.
Una delle sue caratteristiche era la vicinanza alla gente, con la quale condivideva preoccupazioni e richieste per migliori condizioni di vita. Tra l’altro, durante il suo mandato, Beira è stata colpita dai cicloni tropicali più violenti degli ultimi vent’anni: Idai e Kenneth, nel 2019, e Eloise nel gennaio 2021. Queste calamità naturali hanno causato ingenti danni alle strutture e alla popolazione della città, rivelando la sua capacità di coordinare e gestire gli aiuti umanitari.
Simango era anche un uomo di profonde convinzioni religiose e cristiane. Era sposato con la figlia di un pastore di una chiesa protestante e suo padre, oltre ad essere vicepresidente del Frelimo, era anche pastore della chiesa presbiteriana. Aveva l’abitudine di portare una Bibbia nella sua valigetta e, quando aveva del tempo libero, leggeva alcuni versetti, partecipando anche a gruppi di preghiera.
In un’intervista, ha dichiarato di percepire la politica come una missione. Quando gli è stato chiesto come si diventa un politico, ha detto che forse è il destino che Dio ci riserva. Ognuno di noi sulla terra, ha spiegato, ha una missione, e la sua era quella di servire i cittadini attraverso le istituzioni di governo, destinate a promuovere il bene comune.
Prospettive per il panorama politico
Alcuni analisti politici sono dell’opinione che la morte di Daviz Simango potrebbe indebolire la democrazia in Mozambico. Lui ha rappresentato la speranza della nascita di una nuova epoca per la politica mozambicana. Nelle elezioni presidenziali del 2024, Daviz Simango sarebbe potuto diventare una figura di largo consenso per la leadership dell’opposizione.
In effetti, il leader del MdM era il capofila di una generazione di politici provenienti dalla società civile. Si potrebbe dire che ha contribuito a “smilitarizzare” la politica e la democrazia mozambicana. Infatti, sia il Frelimo che la Renamo sono partiti sorti da esperienze belliche e rimasti legati a un pensiero militarizzato. Simango quindi, presentava una visione politica alternativa all’egemonia partitica dei due schieramenti.
Nelle elezioni comunali del 2013, il MdM ha vinto in quattro comuni, tre dei quali erano capoluoghi di regione, cioè Nampula, Quelimane e Beira. Il quarto comune è la terza città della regione Zambezia, Gurue. Nonostante alcune difficoltà, il partito stava crescendo e trovando consenso tra quei giovani alla ricerca di uno spazio per manifestare la loro espressione politica e costruire un’alternativa democratica.
Guardando al panorama politico nazionale, negli ultimi quattro anni il Mozambico ha perso alcuni uomini chiave nel processo democratico del paese. Oltre alle morti di Dhlakama (3 maggio 2018) e Simango, non possiamo dimenticare quella del sindaco di Nampula, Mahamudo Amurane, assassinato il 4 ottobre 2017. Amurane è stato inizialmente eletto sindaco di Nampula come candidato del MdM, anche se negli ultimi mesi della sua vita si era gradualmente allontanato dal partito. Tutti loro stavano conducendo importanti processi di rinnovamento nel campo istituzionale e sociale.
Forse l’aspetto negativo della carriera di Daviz Simango è stato il modo in cui ha guidato il partito negli anni successivi alla sua creazione. Infatti, il suo ruolo carismatico e la sua determinazione, hanno favorito in alcuni momenti una forte centralizzazione dei ruoli all’interno del partito. Ciò ha causato la defezione di molti dei suoi migliori esponenti che hanno preferito altre opzioni politiche.
Nonostante tutto, ora ci si aspetta una transizione pacifica nella leadership del MdM, contrariamente a quanto è successo con la Renamo. La successione del leader storico Afonso Dhlakama ha diviso il partito e alla fine ha portato all’autoproclamata giunta militare, guidata da Mariano Nhongo, che ha destabilizzato alcune zone nel centro del paese, con attacchi armati alla popolazione e alle istituzioni.
Perciò, è importante che il processo di scelta del nuovo leader dell’MdM avvenga in modo pacifico e consensuale, affinché il partito stesso possa impegnarsi a mobilitare l’elettorato e continuare a proporre un discorso alternativo forte e rilevante, che sappia affrontare le attuali sfide del paese.