Dall’inizio della sua cooperazione militare con il Governo centrafricano, tre anni or sono, la presenza russa è sempre più visibile: addestramento militare, affiancamento delle forze armate centrafricane (Faca) nel loro dispiegamento sui diversi fronti di guerra, protezione delle zone minerarie fino a raggiungere il palazzo della Presidenza e il rilascio di armi da guerra. Una cooperazione militare su un background di interessi non da poco …
Siccome alcune regioni della Repubblica Centrafricana (RCA) sono ancora sotto controllo di gruppi armati, è giocoforza che le forze armate centrafricane abbiano bisogno di mezzi per difendere e riconquistare la totalità del territorio nazionale.
“L’arrivo di questo materiale da guerra – secondo Marie Noëlle Koyara, Ministro della difesa – è quantomai necessario nel contesto attuale che attraversa il Paese. Il contenuto di questa fornitura di armi resta segreto, ma siamo certi che si tratta di materiale d’avanguardia perché le forze armate centrafricane siano sempre più efficaci”.
Questa fornitura di armi leggere alla Repubblica Centrafricana da parte della Russia fa seguito a precise richieste indirizzate all’ONU, procedura questa obbligatoria, poiché, da non dimenticare, le forze armate centrafricane sono sotto embargo a causa di crisi politico-militari che si susseguono l’una dopo l’altra, oramai da decenni. Si tratta del terzo carico destinato alla Repubblica Centrafricana, costituito da armi leggere tra cui armi automatiche, lanciagranate, mitragliatrici, fucili di precisione, granate e munizioni.
Secondo Vladimir Titorenko, ambasciatore della Russia in RCA, “l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU era indispensabile per effettuare questo trasferimento di armi leggere in Repubblica Centrafricana. Tra queste armi ci sono anche 5.000 fucili d’assalto AK-47 – ha precisato il diplomatico.
L’embargo sulle armi a destinazione della Repubblica Centrafricana è stato imposto nel 2013, dopo il rovesciamento del regime del presidente François Bozizé da parte della coalizione Séléka. La Russia, che sta conducendo un’offensiva diplomatica in questa ex-colonia francese dal 2018, ha ottenuto un’attenuazione dell’embargo nell’ottobre 2020 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dopo un primo tentativo di alleggerimento nel 2019, che ha permesso la fornitura di armi di calibro inferiore a 14,5 mm. Dopodiché la Federazione Russa ha rilasciato una decina di blindati alle forze armate centrafricane.
Dal dicembre 2020 la coalizione dei patrioti per il cambiamento (Cpc) ha cercato di destabilizzare con tutti i mezzi le elezioni presidenziali e legislative e rovesciare il regime del presidente Faustin Archange Touadéra, tentando persino di entrare a Bangui lo scorso 13 gennaio, ma è incappata nelle forze paramilitari russe e nelle forze rwandesi, venute a combattere a fianco dell’esercito centrafricano non adeguatamente equipaggiato.
Dal 2018 inoltre istruttori militari russi addestrano le forze armate centrafricane e assicurano la sicurezza del presidente. Ancora prima di questa fornitura di armi, il 2 aprile scorso, una sessantina di militari centrafricani di diverso grado si sono imbarcati a Bangui con direzione della Russia per una formazione militare quinquennale secondo i rispettivi comparti.
“Questo viaggio apre una nuova era nella cooperazione militare tecnica con le forze armate della Federazione Russa” – ha indicato il responsabile di missione del Ministero della difesa e della ricostruzione delle forze armate centrafricane, il colonnello Adolphe Dobigué, che aveva presenziato alla partenza dei militari.
Dal giorno della firma dell’accordo della cooperazione militare tra la Repubblica Centrafricana e la Federazione Russa, istruttori militari russi hanno partecipato alla formazione delle forze armate centrafricane e sono stati protagonisti nel riprendere il controllo di parecchie città cadute nelle mani dei gruppi ribelli durante la crisi elettorale.
Altre forniture sono attese nei prossimi giorni secondo il Ministero della Difesa nazionale.