È prevista domani, 30 settembre, presso il tribunale di Locri, la sentenza per il processo “Xenia” contro Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, piccolo paesino della Locride, diventato in tutto il mondo simbolo d’accoglienza e integrazione.
Tra le tante persone chiamate a testimoniare, anche padre Alex Zanotelli, missionario comboniano e amico di Lucano. Uno tra i primi a schierarsi in sua difesa. Insieme a un altro uomo di chiesa, monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano e per tredici anni vescovo di Locri, anche lui teste al processo, come racconta padre Zanotelli in questo audio.
L’accusa ha chiesto per l’ex primo cittadino di Riace una condanna di 7 anni e 11 mesi per una serie di reati che vanno dall’abuso di ufficio al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dall’associazione a delinquere alla truffa, dal peculato a turbativa d’asta e falsità ideologica. Accuse che, nel tempo, già il giudice delle indagini preliminari aveva messo in discussione.
Sia padre Zanotelli che l’avvocato di Lucano, Giuliano Pisapia, diventato suo difensore a gennaio di quest’anno, hanno ricordato in aula la principale lezione morale di don Milani: “L’obbedienza non è una virtù”.