Nel mondo esistono trattati internazionali che sanciscono il diritto per le persone a muoversi liberamente. Trattati sottoscritti da tutti i paesi cosiddetti “democratici”. Diritto che però, di fatto, consente solo ai cittadini dei paesi ricchi, per lo più nell’emisfero occidentale del pianeta, di viaggiare, prendere aerei, decidere qualsiasi meta.
Un discrimine che spinge milioni di persone a cercare la via della clandestinità, nel tentativo di raggiungere un benessere sempre più spesso negato nei paesi di origine. Anche a chi è in possesso di un documento di viaggio (passaporto).
Cittadini di serie A e di serie B, con passaporti più e meno “potenti”. Così, ad alcuni cittadini è consentito viaggiare nella maggior parte dei paesi del mondo senza richiedere un visto, mentre per altri la possibilità di ottenere un visto d’ingresso rappresenta un lontano miraggio. Sono i cittadini di paesi in confitto e delle cosiddette aree in via di sviluppo, primo fra tutti il continente africano.
La petizione lanciata l’11 novembre da Voci Globali insieme ad Articolo 21 – e a cui Nigrizia aderisce -, si rivolge alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, al presidente parlamento europeo David Sassoli, al presidente del consiglio dei ministri italiano Mario Draghi e ai leader dei governi europei, affinché si apra un dibattito serio per rivedere la politica dei visti, consentendo ai cittadini africani e del resto del mondo che oggi non hanno la possibilità di viaggiare legalmente, lo stesso diritto e libertà di movimento che hanno i cittadini europei.