Libia: Dbeibah in crisi tra arresti e conflitti con Tobruk - Nigrizia
Libia
La difficile fase di transizione
Libia: Dbeibah in crisi tra arresti e conflitti con Tobruk
Il parlamento con sede nell'est sta manovrando per sostituire il premier e insediare un nuovo governo. Pare l’8 febbraio la data del passaggio. L’esecutivo attuale è stato falcidiato dagli arresti: tre nel giro di un mese circa
31 Gennaio 2022
Articolo di Redazione
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dbeibah

Il premier libico Abdul Hamid Mohammed Dbeibah sta camminando su un terreno scivoloso. Da una parte si trova di fronte un parlamento desideroso di mandarlo a casa e di insediare un nuovo esecutivo. Dall’altro, la magistratura gli sta azzoppando il Governo di unità nazionale (Gun), con i recenti arresti di tre ministri.

Dopo il mancato voto del 24 dicembre, il premier, candidato alle “presidenziali”, si è attirato le ire di molti. In particolare del presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh. Il quale si sta muovendo da settimane per mandarlo a casa. Si è incontrato con l’ex vice premier del governo Serraj, Ahmed Maitig, l’ex ministro dell’interno Fathi Bashagha, e l’attuale vice presidente del Consiglio presidenziale, Abdullah al Lafi, oltre ad Abdullah Othman, ex funzionario del regime di Gheddafi e membro del Forum di dialogo politico.

Secondo molti analisti, il presidente del parlamento di Tobruk starebbe cercando di creare un consenso intorno alla possibilità di un rimpasto di governo, con la sostituzione di Dbeibah, accusato di approfittare della sua posizione per prepararsi alle nuove possibili elezioni.

E pare che il giorno indicato per la nomina di un nuovo governo sia l’8 febbraio. Infatti, al termine di una seduta svoltasi oggi a Tobruk, il portavoce del Parlamento, Abdallah Bliheq, ha annunciato l’apertura delle candidature alla carica di premier, precisando che i candidati selezionati sarebbero stati sottoposti a un’audizione dai deputati il ​​ 7 febbraio. Il parlamento si riunirà il giorno successivo per “scegliere” un nuovo primo ministro ad interim

Un’operazione politica boicottata dagli Stati Uniti. L’ambasciatore a stelle e strisce in Libia, Richard Norland, ha avvertito in un’intervista alla Cnn che formare un nuovo governo sarebbe dannoso per le elezioni

Un rimpasto, comunque, si renderà necessario a prescindere dalla volontà dei “cospirazionisti” dell’est.

L’arresto il 25 gennaio del ministro della sanità libico, Ali al-Zanati e del suo numero due – nell’ambito di un’indagine su una vicenda di presunta corruzione finanziaria e amministrativa – è solo l’ultimo scossone giunto all’esecutivo.

Il 20 dicembre era finito in manette il ministro dell’istruzione Musa al-Magarief nell’ambito di un’indagine su una generale carenza di libri di testo nel paese. A fine dicembre era finita imprigionata la ministra della cultura, Mabrouka Othman per episodi di corruzione che includevano contratti di manutenzione sospetti.

L’ufficio del procuratore generale libico ha precisato che Al-Zanati, ultimo bersaglio della campagna di arresti nel governo di Tripoli, è stato posto in custodia cautelare per alcune «violazioni finanziarie» non meglio chiarite. Khaled Shakshak, capo dell’Ufficio di revisione contabile, aveva dichiarato in un’intervista del 4 gennaio scorso di aver «ricevuto registrazioni audio di noti personaggi del ministero della Salute nelle quali si ricattavano proprietari di aziende per accettare tangenti».

Il sistema sanitario libico è indebitato per oltre un miliardo di dinari (circa 100 milioni di dollari) ed è tra i più corrotti del paese nordafricano.

Nell’ultimo report di Transparency international, la Libia si colloca in fondo all’indice di percezione della corruzione. È classificata al 172° posto su una scala di 180 paesi, allo stesso livello della Guinea Equatoriale.

Non bastassero le questioni etiche, Dbeibah ha deciso di scaricare anche un altro ministro del suo esecutivo. Si tratta di Mohamed Aoun, ministro del petrolio e acerrimo nemico di Mustafa Sanallah, il presidente della National Oil Corporation (Noc), la compagnia petrolifera della Libia e unica azienda a generare ingenti profitti per lo stato libico.

L’ormai ex ministro ha perso il braccio di ferro con Sanallah, che ha tentato a più riprese di sostituire con aspre battaglie legali. Mentre Sanallah è rimasto al suo posto, Aoun è stato sostituito dal ministro del lavoro e della riabilitazione del Gun, Ali al-Abed al Rida.

Una mossa, quest’ultima, che ha consentito al premier di evitare di passare dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk, il parlamento con sede nell’est che sta manovrando per insediare un nuovo governo e di sostituire proprio il premier.

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