Il Programma alimentare mondiale (Pam) stima che circa 13 milioni di persone in Kenya, Somalia ed Etiopia stiano affrontando una grave carenza alimentare nel primo trimestre di quest’anno, con il Corno d’Africa colpito dalla peggiore siccità degli ultimi decenni.
La situazione è particolarmente grave in Somalia, dove l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli affari umanitari (Ocha) stima che la perdurante siccità colpisca 4,3 milioni di persone, già classificate come “gravemente affamate”. 1 milione e 100 in più rispetto al mese scorso. Di questi “271mila hanno abbandonato le loro case in cerca di acqua, cibo e pascoli”. In aumento malnutrizione, epidemie e abbandono scolastico.
Nel lanciare l’allarme l’Ocha ha dichiarato ieri che il paese “sta andando incontro a una potenziale catastrofe”.
Il primo ministro Mohamed Hussein Roble ha dichiarato la situazione “emergenza umanitaria nazionale” alla fine dello scorso anno. In questi giorni il Fondo umanitario della Somalia sta lanciando uno stanziamento anticipato di 25 milioni di dollari.
Non è migliore la situazione nell’Etiopia meridionale e sudorientale dove, secondo stime del Pam, circa 5,7 milioni hanno bisogno di assistenza alimentare, mezzo milione dei quali sono bambini e madri malnutriti.
Altri 2,8 milioni di persone hanno bisogno di assistenza nel sud-est e nel nord del Kenya, dove a settembre è stata dichiarata l’emergenza siccità.
Il Pam stima che servano 327 milioni di dollari per rispondere ai bisogni immediati nei prossimi sei mesi e sostenere le comunità pastorali affinché diventino più resilienti contro i ricorrenti shock climatici. E per evitare il ripetersi di una crisi come quella della Somalia nel 2011, quando 250mila persone morirono di fame.
Eventi meteorologici estremi si stanno verificando con sempre maggiore frequenza e intensità a causa dei cambiamenti climatici e l’Africa, nonostante contribuisca in misura minima al riscaldamento globale, è il continente che subisce le maggiori conseguenze.