Libia, due premier rivali, rischio conflitto
Libia
I balbettii dell’Onu
Libia: due premier rivali con il rischio di uno scontro armato
14 Febbraio 2022
Articolo di Redazione
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Da sinistra, Fathi Bashagha e Abdulhamid Dbeibah

La Libia continua a essere impantanata in un impasse istituzionale che non promette nulla di buono. Anzi. Il rischio è un nuovo conflitto civile.

L’inviata dell’Onu in Libia, Stephanie Williams, ha incontrato domenica i due leader rivali, Dbeibah e Bashaga, invitandoli a “preservare la stabilità”, senza tuttavia prendere posizione.

Giovedì scorso, la Camera dei rappresentanti di Tobruk aveva votato per Fathi Bashagha, l’ex ministro degli interni del governo di Tripoli, come nuovo primo ministro, in sostituzione di Abdulhamid Dbeibah.

Il quale, tuttavia, non ha alcuna intenzione di mollare la poltrona. Un caos istituzionale al quale si è aggiunta ieri la scelta della Camera alta libica, che ha sede a Tripoli e che si è sempre contrapposta a Tobruk in questo anno di transizione, che stavolta ha invece difeso la scelta del Parlamento affermando che il testo di accompagnamento al voto di fiducia al governo di Dbeibah «prescriveva che il suo mandato scadesse entro il 24 dicembre 2021».

Nel frattempo i due leader non si risparmiano dichiarazioni. Bashaga, dalla sua pagina Facebook, ha ricordato che sono state avviate le consultazioni per formare un governo con le varie parti e regioni. E ha ribadito, allo stesso tempo, il suo impegno a non candidarsi alle prossime elezioni presidenziali. «Stiamo procedendo alla formazione di un governo, che sarà presentato al parlamento e speriamo che ottenga la fiducia», ha aggiunto Bashagha, sottolineando che il passaggio del potere avverrà con modalità costituzionali e legali.

Da parte sua, Dbeibah ha annunciato di aver avviato un dialogo con i partiti nazionali allo scopo di convocare a giugno le elezioni parlamentari e presidenziali inizialmente previste lo scorso 24 dicembre e poi saltate a causa dei conflitti tra fazioni. Durante un incontro a Regdaline con sindaci e anziani della costa occidentale e delle regioni montane, riporta il Libya Observer, Dbeibah è tornato ad attaccare il Parlamento di Tobruk per la decisione di nominare Bashagha.

Ad alimentare ulteriore caos c’è la questione milizie. Si teme l’arrivo a Tripoli di un corteo militare composto da 3mila veicoli a sostegno del premier designato, Bashagha. E nei giorni scorsi il 118° battaglione militare di Misurata aveva accolto favorevolmente la designazione dello stesso ex primo ministro di al-Serraj.

In precedenza, colonne di mezzi a sostegno del premier in carica, erano entrate nella capitale provenendo dalle regioni occidentali e da Misurata, la “città-Stato” a est di Tripoli sede delle milizie considerate più forti del paese.

Il guaio è che sia Dbeibah sia Bashagha sono originari di Misurata.

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