Un’esplosione ha colpito un oleodotto gestito dall’Eni nel sud della Nigeria provocando una fuoriuscita di greggio e limitando temporaneamente il flusso delle esportazioni.
È quanto ha reso noto la joint venture locale che gestisce l’impianto, la Nigerian Agip Oil Company (Naoc) precisando che l’esplosione ha colpito il suo stabilimento di Nembe, nello stato di Bayelsa, e ha ridotto le esportazioni dal suo terminal di Brass di 25mila barili al giorno per una perdita stimata in 2,84 milioni di dollari al giorno.
Il gestore non ha fornito ulteriori dettagli sull’esplosione, ma nella regione sono molto frequenti atti di vandalismo, sabotaggio e furto dai giacimenti e dagli oleodotti. Secondo quanto indicato dalla stessa Naoc, si tratta del secondo incidente in pochi giorni dopo che un evento analogo, il 28 febbraio presso l’impianto di Obama, ha portato a un calo della produzione di 5mila barili al giorno.
I pozzi collegati al gasdotto sono stati immediatamente chiusi e sono stati messi in atto i sistemi di contenimento per contenere la fuoriuscita di greggio.
Eni ha ricordato che anche la produzione di gas di 13 milioni di metri cubi standard al giorno è stata rinviata a causa dell’incidente.
La “forza maggiore” citata nel comunicato Eni è una clausola legale nei contratti che assolve le imprese dalle responsabilità legali a causa di circostanze fuori dal loro controllo.
Non è l’unico problema per il petrolio nigeriano. La Shell Petroleum Development Company, l’unità locale della Royal Dutch Shell, ieri ha dichiarato pure lei uno stop per forza maggiore sul programma di esportazione del petrolio Bonny Light a partire dal 3 marzo, citando un calo dei flussi al terminale di esportazione.
Il duplice evento è probabile che metta ulteriormente sotto pressione un mercato che si sta riprendendo dalle pesanti implicazioni dell’occupazione russa dell’Ucraina, complicando i problemi di approvvigionamento.
Bonny Light e Brass River fanno parte di un programma di spedizione di 170mila barili di greggio al giorno (bpd) per aprile. Nel 2020, i flussi erano stati proposti a 320mila bpd.