Algeria: ridotto il gas alla Spagna - Nigrizia
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Ripresa la cooperazione sui migranti tra Madrid e Rabat
Algeria: ridotto il gas alla Spagna
06 Maggio 2022
Articolo di Redazione
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L’Algeria, mentre ha deciso di aumentare la sua produzione di petrolio a 1,23 milioni di barili al giorno, annuncia di aver ridotto le quantità di gas fornite alla Spagna. Secondo i dati giornalieri della società Enagás – struttura spagnola incaricata della manutenzione e dello sviluppo delle infrastrutture del gas – la settimana scorsa le esportazioni attraverso il gasdotto Medgaz sono diminuite di circa il 25%, rispetto ai livelli registrati a metà marzo. Da circa 312 MWh/giorno, le consegne sarebbero calate a circa 234 MWh/giorno.

Un calo, sottolinea la stampa spagnola, che è conseguenza dell’appoggio del presidente del governo di Spagna, Pedro Sánchez al piano marocchino di autonomia del Sahara occidentale. Il 14 marzo, in una lettera indirizzata al re Mohammed VI, Madrid ha riconosciuto il piano di Rabat, mandando su tutte le furie Algeri. Che si è pure preoccupata dell’annuncio spagnolo di voler aiutare il Marocco rifornendolo di gas.

Gas acquistato in Europa, la giustificazione di Madrid, che passerà attraverso la Spagna per essere dirottato nel paese nordafricano.

Una spiegazione che non ha soddisfatto Algeri, che ha messo in guardia contro ogni dirottamento da parte della Spagna del gas algerino. «Qualsiasi instradamento di gas naturale algerino consegnato in Spagna, la cui destinazione è diversa da quella prevista nei contratti, sarà considerato come una violazione degli impegni contrattuali e, di conseguenza, potrebbe comportare la violazione dell’accordo che vincola Sonatrach alla società spagnola», aveva minacciato il ministro algerino dell’energia e delle miniere, Mohamed Akrab.

La svolta politica di Sánchez aveva una motivazione forte: ristabilire rapporti sereni con Rabat sul fenomeno migranti. Infatti ieri è ripresa ufficialmente la cooperazione sulle questioni migratorie tra i due paesi dopo due anni di blocco dovuto alla pandemia di Covid-19 e, soprattutto, alla crisi diplomatica scoppiata dopo che Brahim Ghali, il leader del Fronte Polisario, era stato ospitato, per le cure, in un ospedale di Saragozza.

L’accordo raggiunto prevede il rimpatrio annuale dei marocchini stabilitisi in Europa. Interrotta dal 2020, è stata rilanciata l’operazione di rientro dei tanti cittadini marocchini in transito durante la stagione estiva attraverso la Spagna, operazione che si svolgerà tra il 15 giugno e il 15 settembre.

Da parte spagnola, quest’estate saranno mobilitati circa 16mila agenti della polizia nazionale e della Guardia civile per garantire la sicurezza del rimpatrio.

Importante partner commerciale della Spagna, il Marocco è considerato da Madrid un alleato “strategico” nella lotta all’immigrazione irregolare. Il paese nordafricano, infatti, è un luogo di transito per molti migranti che cercano di raggiungere l’Europa dalle sue coste atlantiche o mediterranee. Nel 2021, più di 40mila migranti sono arrivati via mare nella Spagna continentale, nonché negli arcipelaghi delle Baleari e delle Canarie, secondo i dati ufficiali spagnoli.

Le due enclave sotto giurisdizione spagnola, Ceuta e Melilla, rappresentano un luogo di passaggio strategico per molti migranti. Nel maggio del 2021, dopo la crisi diplomatica scoppiata tra Madrid e Rabat, più di 8 mila migranti hanno attraversato via terra e via mare i fragili confini obbligando la Spagna a blindare le frontiere.

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