Ѐ arrivato alla sua fase conclusiva il lungo processo elettorale iniziato quasi un anno e mezzo fa. Domenica 15 maggio i parlamentari, da poco eletti su base clanica, voteranno il nuovo capo dello stato.
In corsa ci sono 39 candidati, tra cui il presidente uscente, Mohamed Abdullahi detto Farmajo, il cui mandato è scaduto l’8 febbraio 2021, altri due ex presidenti, suoi oppositori: Hassan Mohamoud (in carica dal 2012 al 2017) e il suo successore Sharif Ahmed, nonché l’ex primo ministro Hassan Ali Khaire e il presidente della regione semiautonoma del Puntland, Said Abdullahi Deni. Tra i candidati c’è solo una donna, l’ex ministra degli esteri Fawzia Yusuf Adan.
Il vincitore erediterà un elenco scoraggiante di sfide tra cui la crisi alimentare dovuta alla peggiore siccità degli ultimi 40 anni, un violento conflitto contro il terrorismo jihadista, che entra nel suo quarto decennio, aspre faide tra clan e una lotta di potere tra il governo e gli stati membri federali.
Le votazioni si terranno nella zona più protetta di Mogadiscio, all’interno dell’hangar dell’aviazione Afisyoni, dietro barriere anti-deflagrazioni per proteggere i legislatori da attacchi jihadisti e dall’ingerenza di fazioni interne ai servizi di sicurezza.
Il 10 maggio scorso la missione di transizione dell’Unione africana in Somalia (Atmis) ha imposto il coprifuoco fino al 16 maggio nelle aree circostanti la sede del voto. Nonostante questo, il giorno seguente, un attentatore suicida si è fatto esplodere lanciandosi contro un chekpoint all’ingresso dell’aeroporto. Un attacco rivendicato da al-Shabaab.