Ucraìna o non Ucraìna continua la collaborazione tra il regime di Mosca e quello del Cairo. Il 20 luglio scorso il ministro egiziano dell’elettricità, Mohamed Chaker e Alexei Likhatchev, ai vertici del gigante russo del nucleare civile Rosatom, hanno assistito alla colata di calcestruzzo che farà da base a un reattore nucleare che sorgerà a Dabaa nel nord dell’Egitto.
Si tratta di una centrale da 1.200 megawatt, la prima di quattro, previste da un accordo che i due paesi hanno siglato nel dicembre 2017. Il costo di questa prima realizzazione è valutato, dalla stampa egiziana, intorno ai 25 miliardi di euro. E Mosca partecipa al finanziamento con un prestito alle autorità egiziane.
Likhatchev ha sottolineato che si tratta del più grande progetto russo-egiziano di cooperazione dai tempi della costruzione della diga di Assuan, iniziata nel1960 e operativa dal 1970.
In Africa l’unica centrale atomica attualmente attiva si trova in Sudafrica, mentre l’Uganda ha già iniziato i lavori di costruzione. Altri sette paesi (Kenya, Nigeria, Algeria, Ghana, Marocco, Sudan e Tunisia) hanno annunciato di voler costruire centrali nucleari entro il 2030, con il sostegno tecnologico di Russia e Cina, e altre 16 nazioni africane (tra cui il Rwanda) potrebbero essere pronte entro il 2050.