Libia: torna una calma apparente dopo gli scontri a Tripoli e a Misurata - Nigrizia
Libia
Un bilancio di 16 morti e 52 feriti
Libia: torna una calma apparente dopo gli scontri a Tripoli e a Misurata
25 Luglio 2022
Articolo di Redazione
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L’ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Buccino, è stato ricevuto oggi dal premier del governo di unità nazionale Abdul Hamid Dbeibah, con il quale ha avuto «una discussione approfondita».

«Ho sottolineato – scrive Buccino in un tweet – che lo status quo è insostenibile e può riportare il paese indietro a un pericoloso confronto». Nel corso del colloquio con Dbeibah, avvenuto qualche giorno dopo gravi violenze a Tripoli tra due milizie costate la vita a 16 persone con il ferimento di altre 52, l’ambasciatore ha sottolineato «l’importanza delle elezioni, all’interno di un appropriato contesto costituzionale, per rispondere alla richiesta di stabilità e prosperità che arriva dal popolo libico». Nel frattempo, «la Libia ha urgentemente bisogno di un governo unito e inclusivo», ha ribadito Buccino, che ha poi affermato come «il mantenimento della neutralità della Noc (la compagnia petrolifera libica) e di posizioni sovrane e la garanzia di un uso trasparente ed equo delle risorse nazionali sono elementi chiave di questo processo».

Un intervento diplomatico che arriva dopo quello dell’ambasciatore degli Stati Uniti a Tripoli, e rappresentante speciale per la Libia Richard Norland, che ieri ha dichiarato che il primo ministro del governo di unità nazionale libico (GNU), Dbeibah, e Fathi Bashagha, nominato primo ministro dalla Camera dei Rappresentanti di Tobruk, sono determinati ad evitare la violenza e a trovare il modo di riportare la calma nel paese.

Norland ha trasmesso le profonde preoccupazioni di Bashagha per il fatto che il suo diritto all’espressione politica fosse minacciato dai gruppi armati e le preoccupazioni di Dbeibah per i passi da lui espressi come turbativa dell’ordine pubblico.

Preoccupazioni alimentate dagli scontri dello scorso fine settimana. Almeno 16 persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri tra gruppi armati a Tripoli, secondo il ministero della sanità, a seguito dell’ultima violenza di matrice politica che ha colpito la capitale libica.

Gli scontri sono iniziati giovedì sera e si sono protratti fino a venerdì pomeriggio. Sabato, la violenza è esplosa nella terza città libica, Misurata, spingendo l’ambasciata Usa ad avvertire del rischio di un’esplosione più ampia.

Misurata è la città natale di entrambi i primi ministri rivali che si contendono il controllo di ciò che resta del governo centrale.

Gli scontri hanno contrapposto una milizia fedele al governo di unità di Dbeibah a un’altra fedele al suo rivale Bashagha, nominato a febbraio da un parlamento con sede nell’est del paese.

È tornata la calma anche nella zona di Al Sarraj, circa 12 chilometri a ovest di Tripoli dopo scontri con armi leggere avvenuti domenica sera tra membri della Brigata Fursan Janzour e quelli di un gruppo armato affiliato alle forze della regione occidentale, guidate dal generale Osama al Juwaili, ex capo dei servizi segreti militari. Lo ha riferito il portale d’informazione Al Wasat, affermando che i residenti nell’area hanno sentito il lancio di Rpg. Non sono state segnalate vittime.

Nella notte tra giovedì e venerdì gli scontri sono scoppiati tra la Forza di deterrenza Rada e la Guardia presidenziale che fa capo ad Ayoub Abu Ras. Dbeibah ha annunciato la sospensione del ministro dell’interno Khaled Mazen, sottoposto a indagine, la nomina al suo posto ad interim del ministro per gli affari locali, Badr Eddine Toumi e il siluramento anche dello stesso Abu Ras. Gli scontri sono stati veramente molto pesanti, è stata utilizzata l’artiglieria e colpi sono caduti su zone densamente popolate. Una cosa così grave non succedeva da anni.

A scatenare il conflitto sarebbe stato un motivo apparentemente banale: l’arresto da parte delle Forze di deterrenza di un presunto trafficante di droga e membro di spicco della Guardia rivoluzionaria, guidata da Ayoub Abu Ras.

 

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