Il Rwanda è entrato nel vivo del processo di selezione di 306 insegnanti provenienti dallo Zimbabwe, sulla base di un accordo stretto tra Kigali e Harare nel dicembre 2021.
L’iniziativa – fortemente promossa dal presidente del Rwanda Paul Kagame – ha il duplice vantaggio di colmare il deficit rwandese di docenti e di alleviare la disoccupazione in Zimbabwe, che viaggia intorno ad un allarmante 80%.
Finora 491 candidati su 916 hanno passato la prima fase scritta. L’11 e 12 agosto inizieranno le esaminazioni online. L’arrivo dei neo-assunti è previsto per inizio settembre, dopo aver ricevuto un’introduzione al sistema scolastico rwandese.
Gli insegnanti rientrano in quattro categorie trasversali ai vari livelli di istruzione: da quella primaria, alla vocazionale (simile agli istituti tecnici nostrani) fino ad università e politecnici.
Sotto la presidenza, assai autocratica, di Kagame, il Rwanda ha beneficiato di varie misure per rafforzare il suo settore scolastico. Tra i risultati ottenuti, spicca l’aumento del tasso di alfabetizzazione, che è cresciuto fino all’attuale 73%, secondo i dati riportati dalla Banca mondiale del 2018. Un dato al di sopra della media nella zona subsahariana, che si aggira intorno al 66%.
Di contro la situazione appare drammatica in Zimbabwe, dove il tasso di abbandono scolastico è salito al 47% e dove, in media, un insegnante guadagna il corrispettivo di 90 dollari al mese con migliaia di insegnanti qualificati che non possono essere assorbiti dal sistema educativo.
Il paese ha quindi perseguito accordi con alcune nazioni per esportare la sua manodopera qualificata e molti dei laureati senza lavoro.
In Zimbabwe non è solo il settore scolastico ad essere in profonda crisi, ma anche quello sanitario. Secondo le autorità di Harare, nel 2021, 2.200 operatori sanitari hanno lasciato il paese per il Regno Unito, gli Stati Uniti e l’Australia.