Quarantaquattro giornalisti tunisini sono stati vittime di violenza dal 1° al 26 luglio, il giorno dopo il voto referendario sulla nuova Costituzione.
I cronisti sono stati oggetto di provocazioni, minacce, abusi verbali e fisici, nonché di ostacoli nell’adempimento delle loro mansioni. È ciò che ha dichiarato il Sindacato nazionale dei giornalisti tunisini (Snjt) nel suo ultimo rapporto di giovedì.
Complessivamente, a luglio (durante e dopo la campagna referendaria) sono state denunciate 48 aggressioni contro i giornalisti. La maggior parte delle aggressioni è avvenuta a Tunisi, dove sono stati registrati 14 incidenti.
I giornalisti aggrediti lavorano per 11 stazioni radio, 7 siti web, 2 stazioni televisive e 2 agenzie di stampa. Il rapporto segnala anche di arresti arbitrari, molestie, minacce, incitamento alla violenza e aggressioni fisiche. Secondo il rapporto del sindacato, le autorità e la polizia sono in cima alla lista delle aggressioni ai giornalisti.
L’ Snjt ha chiesto di porre fine all’azione punitiva ai danni dei giornalisti sulla base della legge antiterrorismo o del Codice penale e di utilizzare invece il Decreto n. 115 come base giuridica. Il sindacato ha inoltre invitato la Presidenza della Repubblica a rispettare la legge n. 22 che regola il diritto di accesso alle informazioni.