Malawi: in servizio i primi due agenti di polizia albini - Nigrizia
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Sono i primi a fare parte del sistema di sicurezza statale
Malawi: in servizio i primi due agenti di polizia albini
31 Agosto 2022
Articolo di Redazione
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(Credit: Badre Bahaji / UN World Food Programme)

Un piccolo ma significativo primo passo per contrastare lo stigma e la persecuzione delle persone affette da albinismo è stato compiuto in Malawi, uno dei paesi dell’Africa orientale in cui gli albini sono maggiormente vittime di uccisioni per scopi rituali.

Dal 26 agosto sono operativi come agenti di polizia anche un uomo (Hamid Vasco) e una donna (Brenda Mhlanga) affetti da albinismo, disturbo genetico che si manifesta con la mancata produzione di melanina.

Sono le prime persone albine che entrano a far parte del sistema della sicurezza dello stato.

Il loro ingresso ufficiale in polizia è stato accolto con soddisfazione dai gruppi per i diritti umani, secondo i quali le assunzioni potranno contribuire a reprimere gli attacchi contro gli albini e ripristinare la fiducia nella polizia dopo che alcuni agenti sono stati collegati a tali attacchi.

Secondo quanto riporta il sito informativo Voice of America, Peter Kalaya, un rappresentante del servizio di polizia del Malawi, ha affermato che non si tratta di una svolta dovuta a un cambiamento politico, ma che, più semplicemente, fino ad ora nessuna persona con albinismo aveva fatto domanda per entrare polizia. Non ci è dato verificare se sia vero o meno.

Sta di fatto che nel paese dal 2014 più di 170 albini sono stati attaccati o uccisi a causa di un ricco e macabro mercato, fomentato da “stregoni” che lucrano sulla falsa convinzione che parti del loro corpo siano potenti e indispensabili ingredienti nei rituali di magia nera, per ottenere denaro, potere e successo.

Sono quindi particolarmente richieste da persone (funzionari statali o politici) che già ricoprono ruoli non secondari nelle istituzioni e che possono permettersi di pagare cifre esorbitanti (anche decine di migliaia di dollari) per questi rituali.

Proprio questo è il lato oscuro del problema, e cioè il fatto che coloro che dovrebbero combattere il fenomeno sono spesso i mandanti dei rapimenti o i fruitori finali dei rituali.

Negli ultimi tre decenni la persecuzione delle persone albine ha assunto dimensioni preoccupanti anche in Tanzania e in Burundi, ma è tristemente diffusa anche in Uganda, Kenya e in molti altri paesi dell’Africa subsahariana.

In Malawi è recente un caso giudiziario che ha coinvolto direttamente anche l’ex presidente Peter Mutharika. Il 27 giugno l’Alta corte di Blantyre ha condannato 12 persone, tra cui un ufficiale di polizia e un prete cattolico, per aver preso parte, nel 2018, all’omicidio di un giovane albino, MacDonald Masambuka.

L’ingresso in polizia di Hamid e Brenda è stato salutato come un’altra piccola ma importante vittoria dalle associazioni per la difesa delle persone affette da albinismo che da anni si battono a livello regionale per promuovere un cambiamento culturale. Come avvenuto a partire dal 2018 con i concorsi di bellezza “Beauty Beyond the Skin” che ha coinvolto in particolare Kenya, Uganda e Zimbabwe.

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