Le infiltrazioni di milizie jihadiste nel nord del Togo preoccupano il governo del presidente Faure Gnassingbé. Tanto che martedì ha preso la decisione, ratificata dal parlamento, come prevede la Costituzione, di prolungare di 6 mesi lo stato di emergenza – decretato dal presidente lo scorso giugno per 3 mesi – nella regione delle Savane che confina con il Burkina Faso, paese saheliano che dal 2015 si deve confrontare con movimenti armati affiliati ad al-Qaida e al gruppo Stato islamico.
Secondo il ministro della sicurezza, Damehane Yark, lo stato d’emergenza «consente di creare le condizione propizie alle misure amministrative necessarie al buon svolgimento delle operazioni militari nella regione».
Dal novembre del 2021 nel nord del Togo ci sono stati almeno cinque attacchi jihadisti. Il più sanguinoso ha avuto luogo in luglio e ha coinvolto quattro villaggi. L’esercito non ha fornito un bilancio preciso, ma secondo fonti giornalistiche locali sarebbero state uccise tra le 15 e le 20 persone.