L’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) ha denunciato il 15 settembre gli alti tassi di lavoro minorile in Africa in un contesto di povertà crescente.
Wellington Chibebe, direttore nazionale dell’Oil per Tanzania, Burundi, Kenya, Rwanda e Uganda, ha detto ai giornalisti a Nairobi (Kenya), che in Africa lavorano 92 milioni di bambini. Mentre nel mondo sarebbero 160 milioni.
«L’Africa è la regione con la più alta prevalenza di lavoro minorile e il maggior numero di bambini lavoratori», ha affermato Chibebe al simposio nazionale sulla protezione sociale universale.
Ha osservato che il lavoro minorile è prevalentemente un fenomeno rurale e agricolo, mentre i lavoratori minori domestici sono più comuni nelle aree urbane.
Chibebe ha sottolineato che mentre molte parti del mondo hanno affrontato con successo il problema del lavoro minorile prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, in Africa l’incidenza ha continuato, invece, ad aumentare.
Secondo lui, i tassi di lavoro minorile sono aumentati nel continente dal 2012 e la pandemia di Covid-19 ha esacerbato la situazione. Per dire, nel 2016 l’Oil stimava che fossero 72,1 milioni i bambini africani coinvolti nel lavoro minorile e 31,5 milioni in lavori pericolosi.
Il funzionario dell’Oil ha indicato la protezione sociale universale come uno degli strumenti per prevenire e porre fine al lavoro minorile nel continente. Ha esortato i governi africani a fare una ricerca interna sui programmi e le iniziative esistenti per contrastare questo fenomeno e rivedere la loro strategia per garantire l’efficacia degli sforzi per porre fine al lavoro minorile.