Il Sud Sudan, paese senza sbocchi al mare, sta cercando di ridurre la sua dipendenza dal porto kenyano di Mombasa per l’importazione e l’esportazione di merci.
L’attenzione di Juba è caduta su Gibuti, piccolo paese del Corno d’Africa affacciato sul golfo di Aden, stretto tra Eritrea, Etiopia e Somalia, dove il ministero sudsudanese del petrolio ha acquistato un appezzamento di terreno (tre acri) sul quale costruire una struttura che gestirà import ed export delle merci e l’esportazione di greggio.
Questo ultimo sviluppo – parte del megaprogetto infrastrutturale transafricano Lapsett – arriva solo due mesi dopo che la Camera di commercio di Juba aveva dichiarato che voler spostare l’hub di ingresso e uscita delle sue merci al porto di Gibuti che ha definito più conveniente.
La decisione penalizzerà fortemente il porto di Mombasa dato che il Sud Sudan è uno dei maggiori clienti del Kenya, paese da cui transita la quasi totalità delle sue merci.
Con il 9,9% dei volumi di transito, il Sud Sudan è infatti attualmente il secondo paese in termini di traffico merci nel porto di Mombasa dopo l’Uganda, che rappresenta l’83% di tutto il carico. Dopo di loro ci sono la Repubblica democratica del Congo (7,2%), la Tanzania (3,2%) e il Rwanda (2,4%).