Si rafforza la già consistente presenza militare nelle regioni orientali della Repubblica democratica del Congo.
Dopo la missione delle Nazioni Unite (Monusco), la Force Intervention Brigade (Fib), guidata dalla comunità degli stati dell’Africa australe (Sadc), a combattere a fianco dell’esercito congolese contro i gruppi armati attivi in Nord Kivu, Sud Kivu e Ituri, arrivano anche i soldati della Comunità dell’Africa orientale (Eac), composta da Burundi, Uganda, Rwanda, Sud Sudan, Kenya e Tanzania.
I primi ad essere schierati, nell’ambito di questa nuova alleanza militare nata in seguito all’ingresso della Rd Congo nell’Eac, sono stati i soldati ugandesi, seguiti, alla metà dello scorso agosto, da quelli burundesi. Nei giorni scorsi si sono aggregate le truppe del Kenya, alle quali si uniranno quelle di Tanzania e Sud Sudan.
Unico escluso è il Rwanda, vicino che Kinshasa ha ripetutamente accusato di destabilizzare quelle stesse province, fornendo sostegno attivo alla milizia M23 per mantenere il controllo sulle ricche risorse del sottosuolo.
Intanto ieri le autorità politico-militari della provincia del Nord Kivu – sotto stato d’assedio dal 6 maggio 2021 insieme a Sud Kivu e Ituri – hanno annunciato la revoca parziale del coprifuoco sanitario e di sicurezza in vigore da due anni.
“La misura del coprifuoco è stata revocata in tutta la città di Goma”, ha affermato il governatore, e per il resto della provincia, “gli orari del coprifuoco sono mantenuti fino a nuovo avviso, in attesa del miglioramento delle condizioni di sicurezza”.
La capitale, che conta circa 2 milioni di abitanti, è scossa da settimane dalle proteste della società civile che denuncia l’eccessiva militarizzazione, l’incapacità della Monusco di proteggere la popolazione, l’insicurezza crescente e l’inutilità dello stato d’assedio, misura di cui chiede la revoca.
Con uno sciopero generale che ha paralizzato la città ieri, l’organizzazione della società civile Lucha ha anche denunciato l’occupazione di Bunagana, un’importante città alla frontiera con l’Uganda, in mano dal 13 giugno alla milizia filo-rwandese M23.