È stato eletto lo scorso maggio e ha dichiarato una «guerra totale» ai jihadisti di al-Shabaab che da una quindicina di anni destabilizzano la Somalia e non solo. Una guerra che il presidente Hassan Mohamud intende condurre non solo con le armi ma anche con una serie di provvedimenti che blocchino forme di autofinanziamento attuate dai jihadisti.
Il ministero del commercio e dell’industria ha pubblicato una lettera in cui avvisa che la legge sarà severamente applicata e dunque chi continuerà a pagare le “tasse” imposte dai jihadisti sarà sanzionato fino alla revoca della licenza commerciale e alla confisca dei beni.
Al-Shabaab infatti, nelle aree sotto il suo controllo, esige un tributo sugli immobili, attua posti di blocco sulle strade imponendo un pedaggio e riesce anche a riscuotere i diritti di dogana sulle importazioni che transitano dal porto di Mogadiscio.
Un recente rapporto dell’Hiraal Institute, centro studi somalo, stima che al-Shabaab con queste imposizioni riesca a raccogliere più 15 milioni di euro al mese, che vanno a sostenere l’attività terroristica.
Negli ultimi mesi i jihadisti hanno intensificato le loro azioni. Ai primi di ottobre, tre attentati hanno provocato almeno 30 morti a Beledweyne, regione del’Hiran, e in agosto un attacco a un hotel di Mogadiscio ha causato 21 morti.