Il 2 novembre a Maputo (Mozambico), l’assemblea parlamentare paritetica dell’Africa, dei Caraibi, del Pacifico e dell’Unione europea (Acp-Ue) ha votato a favore del progetto East African Crude Oil Pipeline (Eacop), il contestato mega oleodotto dell’Africa orientale che dovrebbe estrarre e trasportare il greggio dai dintorni del lago Alberto in Uganda, al porto di Tanga, in Tanzania.
Con questa decisione, l’assemblea – che riunisce un numero uguale di delegati dei parlamenti degli stati dell’Acp e dell’Ue – consente di fatto all’Uganda di procedere con lo sviluppo del progetto, ignorando una risoluzione approvata un mese fa dallo stesso parlamento europeo nella quale si chiedeva la sospensione per un anno dei lavori, in attesa di chiarimenti sulle accuse di violazioni ambientali e dei diritti umani, sollevate, anche sul piano giudiziario, da una vasta rete di organizzazioni locali e internazionali.
Una vittoria per Kampala, presente alla riunione di Maputo con una sua delegazione, guidata dal vicepresidente Thomas Tayebwa, che evidentemente ha convinto i votanti sulla necessità di procedere con il progetto. “La delegazione ha chiesto all’assemblea di consentire una giusta transizione verso le energie rinnovabili, in contrasto con il brusco arresto delle esplorazioni, in particolare da parte del sud del mondo”, ha affermato ieri il parlamento ugandese in una nota.
L’Uganda ha 6,5 miliardi di barili di riserve accertate di petrolio che il governo è determinato a sfruttare grazie ad accordi con TotalEnergies (azionista di maggioranza), Tanzania Petroleum Development Corporation (Tpdc) e China National Offshore Oil Corporation (Cnooc).
L’oleodotto, con i suoi 1.443 km, attraverserà numerosi ecosistemi protetti, con una tubatura riscaldata a 50 gradi. L’estrazione e la raffinazione, nei pressi del lago Alberto, in Uganda, sono affidate ai progetti Tilenga e Kingfisher.
L’obiettivo complessivo è la perforazione di 419 pozzi, con un’estrazione stimata di 200mila barili al giorno in ecosistemi protetti e sensibili come il parco nazionale delle cascate Murchison, minacciate di recente anche da un progetto di costruzione di una diga, per ora sospeso dal governo ugandese.