Non solo traffici illeciti e tasse sulle proprietà immobiliari, sulle costruzioni e sul commercio. Il movimento terroristico al-Shabaab in Somalia ha ampliato il suo flusso di entrate, nonostante gli sforzi del governo per interrompere le sue catene di finanziamenti.
Denaro che i terroristi possono liberamente trasferire attraverso banche commerciali e islamiche, e società di pagamento, secondo l’ultimo rapporto del gruppo di esperti delle Nazioni Unite. Niente di nuovo, in realtà, visto che la capacità del gruppo di movimentare denaro attraverso il sistema bancario ufficiale somalo era già stata denunciata nel rapporto presentato al Consiglio di sicurezza Onu due anni fa.
Poco o nulla è valsa dunque la legge varata nel 2016 con l’obiettivo proprio di impedire le operazioni finanziarie di gruppi terroristici. Al-Shabaab, secondo il report più recente, sposta denaro per importi leggermente inferiori a 10mila dollari, per evitare di essere segnalato dagli osservatori dell’antiriciclaggio e del finanziamento del terrorismo. E, ovviamente, lo fa utilizzando insospettabili prestanome.
Qualcosa sta cambiando negli ultimi mesi con la lotta globale al movimento qaedista intensificata dall’esecutivo del presidente Hassan Mohamud che, oltre che sul piano militare, sta cercando di attaccare anche bloccando i canali di finanziamento e di propaganda.
Dopo le sanzioni imposte ad aziende e cittadini che pagano il “pizzo” ai jihadisti – manovra che sta riscuotendo scarsissimi risultati perché le minacce di morte dei terroristi sono più temibili di quelle dell’esecutivo -, il governo ha cominciato a intensificare i controlli sul sistema bancario e questa settimana ha annunciato di aver chiuso un numero imprecisato di conti che sospetta fossero gestiti da al-Shabaab.
Un passo nella giusta direzione, secondo l’ex ministro della pianificazione e della cooperazione internazionale Abdullahi Godah Barre, che a Voice of America ha detto anche che questo, però, «non è sufficiente per ottenere risultati significativi e tangibili». E che il passo successivo dovrebbe essere perseguire coloro che consentono ad al-Shabaab di utilizzare le banche, ovvero dipendenti degli istituti e prestanome.
Per Barre, inoltre, servono ulteriori investimenti per rafforzare la capacità delle agenzie investigative di tracciare meglio i flussi di denaro verso il gruppo terroristico, che è in grado di raccogliere almeno 15 milioni di dollari al mese, circa 180 milioni all’anno. Secondo altri recenti rapporti, 24 milioni sarebbero investiti in armamenti, acquistati soprattutto dallo Yemen, circa 12 milioni all’anno negli stipendi dei combattenti e altri ancora per finanziare gruppi affiliati in tutto il continente.