Una donna di scienza che condivide quello che ha imparato sulla speranza. Una speranza immanente che, spiega, è spesso fraintesa: «La gente pensa che si tratti semplicemente di false illusioni passive: spero che qualcosa accada ma non intendo avervi nulla a che fare. In realtà questo è il contrario della vera speranza, che richiede azione e impegno.

In molti sono al corrente dello stato disastroso del nostro pianeta, ma non fanno nulla perché si sentono impotenti e sconfortati». Jane Goodal è una etologa e un’ambientalista, molto legata all’Africa. I suoi studi, in particolare nel parco nazionale di Gombe (Tanzania), hanno consentito di capire in maniera approfondita il comportamento degli scimpanzé, i nostri antenati più prossimi. Da anni viaggia, scrive libri e articoli per sensibilizzare l’opinione pubblica sul cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.

In dialogo con lei, Douglas Abrams, coautore del bestseller Il libro della gioia con il Dalai Lama e l’arcivescovo Desmond Tutu. La prima ragione di speranza è nell’intelletto umano: «È magnifico, ma dobbiamo essere umili e riconoscere che c’è un’intelligenza ancora più grande che vive nella natura».

La seconda sta nella capacità di reagire propria della natura. La terza sta nel potere dei giovani, in grado di superare anche i traumi più atroci (cita il genocidio in Rwanda) e di andare avanti. E infine l’indomito spirito umano, in carnato da persone come Martin Luther King, Nelson Mandela, Ken Saro Wiwa.