Denuncia Onu su uso immagini dei bimbi africani per raccolta fondi
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Proposto un indice di giustizia razziale
Esperti Onu denunciano l’uso di immagini di bimbi africani per la raccolta fondi delle ong
Una task force voluta dalle Nazioni Unite ha criticato l’uso massiccio di fotografie con bambini africani “magri, affamati e malati” solo per avere più risorse per loro campagne delle organizzazioni non governative. «I bambini di origine africana non sono affatto considerati bambini». La domanda è la solita: il fine giustifica i mezzi?
11 Novembre 2022
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

Le immagini di bambini africani “magri, affamati e malati” sono spesso utilizzate per aiutare a raccogliere fondi per le Ong internazionali.

Esperti della task force sulle persone di origine africana hanno esortato le Nazioni Unite e altre parti interessate a smettere di utilizzare immagini di bambini africani e afrodiscendenti in «circostanze poco dignitose, per scopi di marketing e per la raccolta di fondi».

Li hanno invitati ad «affrontare gli stereotipi negativi». «I bambini di origine africana non sono sinonimo di povertà», ha criticato la presidente del gruppo di lavoro, Catherine Namakula, durante la presentazione del rapporto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, avvenuta martedì scorso.

Una polemica già accesa in Italia nel 2016 dopo la pubblicazione di uno spot di Save the children. L’ong era stata accusata di utilizzare «Immagini del dolore per impietosire e strappare nove euro al mese». La replica: «È un modo per mostrare un’ingiustizia che non può essere più accettata».

I bambini di origine africana non sono considerati bambini

Nel rapporto della task force dell’Onu, gli esperti hanno evidenziato ance altri aspetti. In particolare la discriminazione subita dai bambini di origine africana in settori quali l’amministrazione della giustizia, le forze dell’ordine, l’istruzione e la salute.

«A causa della discriminazione razziale, degli stereotipi razziali, della discriminazione razziale sistemica e della xenofobia, i bambini di origine africana non sono affatto visti come bambini», ha affermato Namakula.

Per gli esperti, «l’eredità irrisolta del commercio e del traffico di schiavi africani, del colonialismo, dell’apartheid postcoloniale e della segregazione, continua a danneggiare i bambini di origine africana in tutti i settori della vita».

Falsi stereotipi razziali

Il rapporto descrive in dettaglio come i falsi stereotipi “razziali” legati alla criminalità, al senso di colpa e pericolosità influenzino il processo decisionale relativo a bambini e giovani di origine africana, anche da parte del personale del sistema giudiziario, come polizia, pubblici ministeri, avvocati e giudici.

«In tutta la diaspora, i bambini di origine africana devono affrontare controlli più rigidi, inclusi più arresti, sorveglianza della polizia, profili razziali, perquisizioni e molestie. Nei loro confronti c’è un uso eccessivo della forza».

Più in generale, «l’infanzia delle persone di discendenza africana è derubata dalle persistenti disparità razziali, inclusa l’allontanamento dei bambini dai loro genitori e la cessazione dei diritti dei genitori stessi», afferma il rapporto.

Indice di giustizia razziale

Di fronte a questa deplorevole situazione, il gruppo di lavoro ritiene che sia giunto il momento di «agire per porre fine all’uso eccessivo della forza». Si tratta anche di porre fine a «uccisioni extragiudiziali, disparità, profilazione razziale, stereotipi, discriminazione razziale sistemica, incitamento all’odio e crimini ispirati dall’odio».

Gli esperti hanno quindi chiesto la creazione di un indice di giustizia razziale per misurare i progressi. «Dobbiamo smantellare le strutture discriminatorie e creare uno spazio politico per il dialogo sulle riparazioni a livello internazionale, regionale, nazionale e locale. Solo la verità, la responsabilità e la giustizia possono eliminare la discriminazione razziale», ha affermato Namakula.

«Non lasciare indietro alcun bambino richiede di portare i problemi dei bambini di origine africana dai margini al mainstream nell’istruzione, nella salute, nei servizi sociali e nella giustizia. L’umanità deve il meglio che ha da dare a ogni bambino, senza eccezioni», la chiusura del suo intervento da parte di Namakula.

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