In vista delle elezioni legislative del Benin dell’8 gennaio 2023, numerosi partiti d’opposizione rischiano l’esclusione. La Commissione elettorale nazionale autonoma (Céna) del paese ha richiesto documenti aggiuntivi per validare la loro partecipazione. Lo stesso partito Les Démocrates dell’ex presidente Boni Yayi, nonché principale partito di opposizione del paese, è a rischio.
Ai suoi candidati è stato chiesto di essere in regola con le tasse e di ottenere un documento ufficiale. Per presentarlo hanno tempo fino a domani, martedì 15 novembre.
In particolare, le autorità fiscali reclamano il versamento di centinaia di milioni di franchi CFA ai suoi tre candidati principali, che contestano l’importo richiesto.
«A Patrice Talon non piacciono le elezioni», dichiara l’ex ministro della Difesa divenuto oppositore, Candide Azanai. L’attuale presidente del Benin, Patrice Talon, è al potere dal 2016, ultimo anno in cui l’opposizione ha, di fatto, partecipato alle elezioni nazionali.
Diversi gli inviti rivolti al Capo dello stato in favore della partecipazione al voto dell’opposizione. Ma per ora, il fronte governativo resta compatto e insiste che chi cerca un mandato elettivo deve aver pagato le tasse.
L’attuale contesto socio-politico in Benin è un campanello d’allarme che riporta alla memoria le violenze che hanno segnato le ultime elezioni legislative del 2019 e le elezioni presidenziali del 2021, provocate proprio dall’esclusione di parte dell’opposizione. (R.B.)