Sudafrica: illegale la scarcerazione di Zuma per motivi di salute
Politica e Società Sudafrica
Per la Corte suprema d’appello l’ex presidente deve tornare in carcere
Sudafrica: illegale la scarcerazione di Zuma per motivi di salute
22 Novembre 2022
Articolo di Redazione
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Jacob Zuma e Ngozi Okonjo-Iweala, allora amministratrice delegata della Banca mondiale al Forum economico mondiale sull'Africa del 2009 a Città del Capo (Credit: Forum economico mondiale/Matthew Jordaan/Wikimedia Commons)

Nuovo colpo di scena in una delle vicende giudiziarie delle quali è protagonista l’ex presidente sudafricano Jacob Zuma, ovvero l’inchiesta governativa sulla diffusa corruzione durante i suoi nove anni come capo dello stato, terminati con le dimissioni nel 2018.

Il 21 novembre scorso la Corte suprema d’appello ha stabilito che la decisione di rilasciare Zuma per motivi di salute era “illegale e incostituzionale” e che il politico debba tornare in carcere per finire di scontare la condanna a 15 mesi, comminata il 29 giugno 2021 per oltraggio alla corte. “Zuma non ha finito di scontare la pena. Per farlo deve tornare al centro penitenziario di Estcourt”, si legge nella sentenza.

L’ex leader dell’African National Congress (Anc) si era consegnato alle autorità nel luglio dello scorso anno e il suo arresto aveva scatenato saccheggi e violenze in cui erano morte almeno 337 persone. Due mesi dopo era stato scarcerato per motivi di salute. Nel dicembre 2021, la Corte suprema annullò la decisione sulla libertà condizionale, ordinandogli di tornare in carcere. Ma Zuma fece appello e rimase libero.

La recente sentenza della Corte suprema d’appello conferma quindi quella della Corte suprema, stabilendo l’illegalità del provvedimento, emesso contro il parere dello specialista Medical Parole Advisory Board.

Il tribunale non ha deciso se il tempo trascorso da Zuma in libertà vigilata debba essere preso in considerazione nel determinare il periodo di detenzione rimanente, affermando che questo dovrà essere stabilito dal commissario nazionale dei servizi penitenziari.

La stessa istituzione che aveva inizialmente chiesto la scarcerazione del politico e che lo scorso ottobre aveva stabilito che la pena detentiva di Zuma era terminata mentre era in corso l’udienza del suo appello. Decisione però respinta ieri dalla Corte suprema d’appello.

Resta ora da vedere quali saranno le prossime mosse dell’ex presidente, in piena campagna contro il suo successore, Cyril Ramaphosa – anche lui sotto inchiesta per il cosiddetto “scandalo Phala Phala” -, per riconquistare la leadership dell’Anc alle primarie del partito a metà dicembre. Un congresso da cui uscirà il nome del prossimo candidato alla presidenza.

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