Militanti di al-Shabaab hanno preso d’assalto domenica scorsa, 27 novembre, una prigione gestita dai servizi di sicurezza e un noto hotel di Mogadiscio, Villa Rosa, situato non lontano dal palazzo presidenziale, e frequentato regolarmente da politici e ufficiali governativi. Si tratta di uno dei più gravi attentati compiuti nella capitale somala. C’è chi parla di 4 morti. Altri di almeno 10 persone uccise. Fra le vittime ci sono due persone con doppia cittadinanza somala e britannica.
L’hotel, frequentato da politici, era ancora sotto assedio nella serata di ieri. Nell’attacco è rimasto ferito anche il ministro della sicurezza somalo, Ahmed Mohamed Doodishe, mentre il ministro della pesca Ahmed Hassan Adan ha affermato di essersi messo in salvo.
In ogni caso l’intervento della polizia e delle forze di sicurezza ha permesso di salvare altre decine di civili e ufficiali. In una nota al-Shabaab ha rivendicato l’attentato.
Da quando il governo ha aumentato le operazioni militari contro il gruppo, i militanti di al-Shabaab hanno intensificato la campagna terroristica nella capitale. Rivolta soprattutto a hotel frequentati da agenti governativi. In agosto 21 persone erano rimaste uccise e oltre cento ferite in un assedio di oltre 30 ore all’hotel Hayat di Mogadiscio, l’operazione più grave dalla nomina a nuovo presidente di Hassan Sheikh Mohamud in maggio.
Il successivo 29 ottobre, lo scoppio di due bombe nell’attacco più grave avvenuto in cinque anni almeno 100 persone persero la vita e altre 300 rimasero ferite all’esterno del ministero dell’educazione.
In quest’ultima operazione, un ufficiale governativo, Mohamed Dahir, dichiarò qualche ora dopo l’attacco: «Gli attentatori sono intrappolati in una stanza dell’edificio e in breve tempo sarà posta fine all’azione terroristica».
Il governo affiancato a forze locali aveva intrapreso da tempo una decisa offensiva contro i militanti di al-Shabaab negli stati regionali di Hirshabelle e Galmudug. La scorsa settimana il primo ministro Hamza Abdi Barre aveva annunciato che oltre 600 terroristi sono stati uccisi e 1200 feriti in tre mesi di operazioni militari contro il gruppo fondamentalista. Le forze di sicurezza governativa, aveva aggiunto il primo ministro, nei primi 100 giorni dall’inizio del suo mandato, sono state riconquistate 68 località fino allora nelle mani di al-Shabaab. E aveva concluso: «Il governo ha lanciato la propria offensiva su tre fronti diversi: militare, economico e ideologico, nell’intento di rendere inoffensivo il gruppo terroristico».
Ma la risposta del gruppo terroristico è stata puntuale e, purtroppo, sanguinosa.