Crescono le situazioni di fragilità nel mondo e di conseguenza cresce la mobilità internazionale. 281 milioni le persone che si sono spostate nel 2021.
Quasi due terzi tra queste sono migranti per lavoro. A inizio di quest’anno, per la prima volta nella storia, si è raggiunta la soglia dei 100 milioni di migranti forzati. Persone costrette a lasciare il proprio paese di origine. Più del doppio di 10 anni fa. Significativa anche l’esistenza di circa 345 milioni di persone a grave rischio alimentare, quasi 200 milioni in più rispetto a prima della pandemia.
Anche l’Italia è stata coinvolta in questo innalzamento dei numeri della mobilitazione forzata, rispondendo, come il resto d’Europa, con un doppio standard di accoglienza. Nel 2022 il continente europeo ha dimostrato di poter accogliere oltre 4,4 milioni di profughi ucraìni, oltre 170mila l’Italia. La guerra in Ucraìna ha fatto tornare il tema rifugiati al centro del racconto mediatico, dando vita però a risposte ben diverse rispetto a chi fuggiva da altre guerre.
A fare il punto della situazione sull’asilo, ieri, è stato il XXXI Rapporto Immigrazione di Caritas e Fondazione Migrantes che, per il nostro paese, mette insieme una serie di dati sottolineando quali sono i segnali di ripresa e di criticità rispetto alla presenza stabile sul territorio italiano delle persone di origine straniera e a quella di chi arriva via mare o dalla rotta balcanica.
Numeri e dati che il sito di Nigrizia aveva presentato già lo scorso ottobre, raccontando il volto straniero stanziale e migrante che abita o transita nel nostro paese. Numeri che ci raccontano come, alla fine dello scorso giugno, vivevano in Italia poco meno di 296mila persone che avevano la protezione complementare o temporanea, quindi che includevano nel conteggio i profughi ucraìni. Una cifra che equivale a 5 persone ogni 1.000 abitanti nel nostro paese.
Numeri distanti dalla narrazione emergenziale che ne fanno i media, che dovrebbero tener conto che, alla stessa data, i rifugiati in Francia, con cui il governo appena insediato ha aperto un contenzioso, erano 613mila e in Germania addirittura 2 milioni 235mila.