Notizie dal fronte. È questo il titolo del decimo Rapporto Carta di Roma. Dove la parola fronte sta a indicare il fulcro dell’agenda mediatica del 2022, incentrata sulla guerra ucraìna e i milioni di rifugiati conseguenti.
Dove l’informazione, che continua a essere militante, è quel luogo dove si confrontano e sempre più spesso si scontrano i media; il lessico diventa bellico tra assedio e invasione, frontiere fisiche e mentali; le testimonianze arrivano sempre più dalla prima linea dell’accoglienza o lo sbarco, per poi perdersi.
L’analisi dei dati sui media e sui discorsi politici, da gennaio a ottobre di quest’anno, mostra come sul tema immigratorio vi sia non solo un calo delle notizie, uno spostamento dell’attenzione verso la situazione della guerra ucraìna, ma anche un prevalere di una sorta di assuefazione.
Secondo Ilvo Diamanti, docente dell’Università di Urbino, direttore scientifico di Demos&Pi: «Ormai, gli immigrati non suscitano emozione, e neppure paura. Prevale, piuttosto, un diffuso senso di abitudine. Oggi gli immigrati non evocano più “l’altro che viene da lontano” e non fanno più notizia come un tempo. Perché giungono da paesi relativamente vicini, perché sono in fuga da guerre che inquietano anche noi, perché ci siamo abituati a loro, perché siamo stati “costretti” a considerarne l’utilità, ben più elevata dei pericoli che comportano».
E tutto questo sarà anche dato dal fatto che calano le notizie strettamente legate alla persone migranti che eravamo soliti leggere. Nei primi dieci mesi dell’anno, le 1.310 notizie dedicate al tema nei telegiornali di prima serata delle reti Rai, Mediaset e La7, rappresentano un calo del 14% di copertura rispetto all’anno scorso, segnando un livello minimo mai raggiunto dopo il 2014. Il declino è certo dovuto alla concentrazione delle agende dei Tg sul tema guerra in Ucraìna.
La migrazione diventa accoglienza. Questo tema tocca infatti il 48% delle notizie segnando un livello mai raggiunto prima e ridimensionando quelle categorie che solitamente spiccavano quando si davano notizie legate alle migrazioni: flussi e sicurezza, che vanno a sfiorare anche loro il minimo storico fermandosi, rispettivamente al 23% e 15% dei temi delle notizie.
E cambia così anche l’area geografica del tema, che vede il 55% delle notizie essere ambientate in Italia, con l’Ucraìna che fagocita gli altri scenari migratori, rendendo pressoché invisibili i paesi di partenza o transito delle immigrazioni. Quasi scompaiono infatti Nordafrica e Medioriente.
Cambiano e decrescono le notizie sui media come cambia e decresce l’ambito politico, che complessivamente registra toni meno allarmistici nei propri interventi. Calano le dichiarazioni dei soliti personaggi che eravamo abituati a leggere (20%, contro il 35% del 2021), che tornano in auge in tempo di campagna elettorale e di sbarchi estivi. Effetto, secondo Diamanti, delle nuove paure che appannano quelle legate alle persone migranti.
Con l’arrivo dei profughi ucraìni in Italia, la presenza in voce di persone migranti nei Tg, che si era assestata negli ultimi anni attorno al 6-7%, balza improvvisamente al 21%, stabilendo un record storico. Non a caso, le notizie che riguardano i flussi delle persone provenienti dall’Ucraìna presentano interviste nel 28% dei casi.