Sudafrica: Ramaphosa riconfermato alla guida dell’Anc - Nigrizia
Sudafrica
Il Capo dello stato esce rafforzato dal congresso elettivo del partito
Sudafrica: Ramaphosa riconfermato alla guida dell’Anc
L’African National Congress si è compattato a sostegno del presidente nonostante lo scandalo di corruzione che lo ha travolto. Per lui ora inizia la corsa verso un secondo mandato alla guida del paese. Grande sconfitto è l’ex ministro della sanità Zweli Mkhize, alleato del rivale Jacob Zuma
20 Dicembre 2022
Articolo di Efrem Tresoldi (da Johannesburg)
Tempo di lettura 3 minuti
Cyril Ramaphosa alla sua prima elezione alla guida dell'Anc nel 2017 (Credit: Daily Maverick)

Contrariamente ad alcuni pronostici che mettevano in dubbio la sua rielezione alla guida del partito, Cyril Ramaphosa alla fine ce l’ha fatta ed è stato rieletto presidente dell’African National Congress (Anc).

Lo hanno votato 2.476 delegati su 4.426 che hanno preso parte alla 55ma assemblea elettiva del partito tenutasi a Johannesburg dal 16 al 20 dicembre, rappresentanti delle sezioni dell’Anc dalle nove province (regioni) del Sudafrica.

Grande sconfitto è Zweli Mkhize, ex ministro della sanità costretto a dimettersi nell’agosto 2021 in seguito all’accusa di appropriazione indebita di fondi pubblici destinati alla prevenzione della diffusione della pandemia di Covid.

Votato da 1.897 delegati e alleato dell’ex presidente sudafricano Jacob Zuma, Mkhize ha avuto l’appoggio dell’Anc del KwaZulu-Natal, sua regione di origine, ma anche quello di un considerevole numero di delegati delle province di Limpopo, Nord Ovest, Mpumalanga e Gauteng.

Precedentemente schierati dalla parte di Ramaphosa, erano passati nel campo di Mkhize che nella campagna elettorale per le primarie del partito aveva attaccato la leadership del presidente uscente, compromessa dallo scandalo di corruzione nella vicenda di Phala Phala.

Vicenda che ha portato solo pochi giorni fa il presidente a evitare la messa in stato d’accusa da parte del parlamento, i cui membri dell’Anc, in maggioranza, hanno votato con compattezza contro la mozione di sfiducia delle opposizioni.

Quando al Congresso elettivo era ancora in corso il conteggio dei voti, ad un certo punto l’ex ministro della sanità era andato in vantaggio rispetto al suo principale sfidante, provocando speculazioni sulla sua elezione.

Ma alla fine Ramaphosa ha vinto sul suo avversario con una differenza di 579 voti, ottenendo un consenso più ampio (il 57% contro il 43% del rivale) rispetto alle primarie del partito del 2017, quando aveva sconfitto la concorrente Nkosazana Dlamini Zuma per soli 179 voti.

In carica per cinque anni come presidente dell’Anc, sarà con buona probabilità favorito per essere candidato a un secondo mandato come capo dello stato alle elezioni politiche del 2024.

La sua leadership è ulteriormente rafforzata dalla presenza di quattro suoi alleati votati nell’esecutivo dell’Anc, composto di sette membri, incluso il presidente. I loro nomi sono: Gwede Mantashe, rieletto presidente nazionale (chairperson); Fikile Mbalula, attuale ministro dei trasporti, segretario generale; Maropene Ramokgopa, seconda vicesegretario generale; Gwen Ramokgopa, tesoriere generale (è la prima volta che una donna occupa questa posizione).

Mentre della corrente avversaria sono Paul Mashatile, uscente tesoriere generale, ora nuovo vicepresidente, e Nomvula Mokonyane, eletta primo vicesegretario generale.

Per la prima volta ci sono tre donne nell’esecutivo dell’Anc, rappresentando il 42% dei suoi membri, un evidente progresso rispetto al 16% del precedente direttivo.

Se ciò segna un passo avanti per l’inclusione della donna nella leadership del partito, d’altro canto non si può non notare l’esclusione di altri settori della popolazione sudafricana: non ci sono rappresentanti della comunità bianca, indiana e meticcia.

Una indicazione contraria agli ideali dell’Anc che i suoi fondatori avevano voluto essere inclusivo di tutti i segmenti della cittadinanza sudafricana, senza discriminazione razziale.

 

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