Le autorità algerine hanno lanciato il 3 gennaio una vasta campagna di sensibilizzazione contro i prodotti «recanti segni e colori contrari alla religione di stato, l’islam». A dare il via a questa campagna è stato il ministro del commercio, Kamel Rezig, che «ha denunciato il sequestro e la distruzione di 38.542 giocattoli e articoli scolastici» giudicati «vietati».
Non sono stati menzionati i colori Lgbtq. Ma per la stampa locale, questa campagna del ministero del commercio ha come obiettivo i prodotti con i colori dell’arcobaleno, simbolo della comunità Lgbtq che non è riconosciuta in Algeria.
Secondo il ministro del commercio, «la campagna di controllo iniziata martedì fa parte di un’operazione di protezione e sensibilizzazione». Un’attenzione particolare è destinata a giocattoli, vestiti, articoli scolastici. O copie del Sacro Corano. Per il ministro «è ormai una necessità imprescindibile allertare i consumatori e gli operatori economici sulla presenza di questo tipo di prodotto»
Per garantire l’efficacia di questa iniziativa, i dipartimenti preposti hanno previsto l’organizzazione di numerose azioni di sensibilizzazione. Come l’invio di sms. Va notato che diversi settori e autorità parteciperanno a questa campagna che proseguirà fino al termine del 2023.
Le autorità hanno anche previsto di avvicinarsi a commercianti e consumatori per sensibilizzarli «contro questo fenomeno». Questo compito è affidato alle direzioni commerciali a livello di wilaya (dipartimenti). Sono incaricati di lottare contro la presenza di questo tipo di prodotto nei negozi.
Una campagna che si sta svolgendo anche sul campo, in particolare a livello di centri commerciali dove verranno forniti consigli e raccomandazioni al pubblico sulla presenza di prodotti con colori contrari all’Islam e ai valori morali della società algerina. La campagna prende di mira i colori dell’arcobaleno, simbolo in occidente delle minoranze sessuali.
Da dove vengono questi prodotti? Qual è la portata del fenomeno? Certo, il commercio estero e le importazioni sono sotto il controllo delle autorità, ma il paese è afflitto dal settore informale. L’arrivo di questi prodotti sfugge, quindi, a un controllo capillare, poiché la maggior parte di essi viene trasportata in modo illegale.
Per realizzare questa campagna, il ministero del commercio ha chiamato associazioni e organizzazioni dei consumatori. Le direzioni locali del commercio hanno mobilitato l’Unione generale dei commercianti e artigiani algerini (Ugcaa), la direzione dell’istruzione, i servizi di sicurezza, gli scout musulmani e le associazioni di protezione dei consumatori.