Meno di un mese fa le partecipanti africane accumulavano record ai Mondiali in Qatar e il Marocco compiva un’impresa ergendosi tra le prime quattro nazionali del pianeta. Nemmeno il tempo di metabolizzare la miglior edizione di sempre per il continente africano che già si riparte.
Una ripartenza ad alta tensione. Oggi in Algeria ha inizio il Campionato africano per nazioni (13 gennaio – 4 febbraio), una sorta di Coppa d’Africa riservata ai calciatori che militano nei campionati locali africani, ma la notizia principale è l’incertezza che circonda la partecipazione del Marocco.
Nella giornata di ieri la Federcalcio marocchina ha pubblicato un comunicato in cui annunciava l’impossibilità per la nazionale di raggiungere la città di Costantina con un volo diretto a causa della mancata autorizzazione dell’Algeria, che dal settembre 2021 ha esteso anche allo spazio aereo la chiusura del confine col paese vicino.
Sin dagli anni dell’indipendenza, i rapporti tra Algeria e Marocco non sono stati idilliaci per controversie relative principalmente al Sahara Occidentale e al Movimento per l’autodeterminazione della Cabilia, ma la loro relazione è deteriorata precipitosamente a partire dal luglio 2021.
Dopo aver interrotto le relazioni diplomatiche con Rabat, il mese successivo, come detto, il governo algerino ha chiuso il proprio spazio aereo al Marocco. Questo costringerebbe la nazionale campione in carica a fare scalo in un terzo paese prima di atterrare in Algeria. Attraverso la mediazione della Confederazione del calcio africano (Caf), il Marocco ha chiesto una deroga che, a poche ore dal fischio d’inizio, non è stata ancora concessa.
Questa è la cornice in cui si svolgerà la cerimonia d’apertura della settima edizione che si sarebbe dovuta disputare dal 10 luglio al 1 agosto 2022, ma che lo slittamento a catena dei tornei internazionali, dovuto alla pandemia, ha costretto la Caf a spostare alla finestra invernale dell’anno successivo.
Talenti africani in mostra
Il Campionato africano per nazioni fu pensato e sviluppato in seguito a una riunione del Comitato esecutivo della Caf nel 2007. La Confederazione africana del calcio, all’epoca guidata dal camerunense Issa Hayatou, concretizzò poi il progetto nel 2009 con la prima edizione giocata in Costa d’Avorio e vinta dalla Repubblica democratica del Congo.
L’idea del torneo è quella di promuovere i campionati africani e tutti quei talenti oscurati dai colleghi che già sul finire degli anni ‘10 iniziavano a conquistare il continente europeo o che in Europa erano nati e cresciuti.
Il successo della prima edizione ha convinto i dirigenti della Caf ad aumentare subito il numero di nazionali partecipanti da otto a sedici. I posti disponibili sono rimasti tali fino all’edizione del 2020. Quest’anno le squadre qualificate sono però salite a diciotto. Sono state divise in cinque gruppi, di cui due da quattro e due da tre squadre.
La gara inaugurale vedrà una di fronte all’altra l’Algeria, padrona di casa, e la Libia, paese che ha partecipato alla Coppa d’Africa tradizionale solo tre volte nella sua storia ma che è costante protagonista del Chan (com’è maggiormente conosciuto con l’acronimo della denominazione francese Championnat d’Afrique des Nations).
Ed è precisamente questa un’altra caratteristica che ha contribuito alla crescita di questa competizione: la decisione di strutturare la fase di qualificazione dividendo le nazionali per macroregioni continentali, permette a nazionali che solitamente fanno fatica a qualificarsi per la Coppa d’Africa di trovare spazio e un po’ di gloria.
Molta gloria se pensiamo che nel 2014 la stessa Libia è arrivata addirittura a vincere il trofeo, nonostante in patria stesse già imperversando il conflitto civile.
Delle diciotto partecipanti al Chan 2022 ben otto non si sono qualificate per l’ultima edizione di Coppa d’Africa. Di conseguenza, alcune delle nazionali africane più blasonate che appartengono alla medesima macroregione continentale, vengono giocoforza escluse.
Questa volta non è il caso dell’Algeria, che grazie al fatto di essere il paese ospitante ha ottenuto la seconda partecipazione al Chan dopo quella del 2011, in cui terminò al quarto posto.
Coppa d’Africa, nuova contesa Algeria-Marocco
Per il paese nordafricano l’organizzazione di questo torneo è un banco di prova importante in vista dell’assegnazione dell’organizzazione della Coppa d’Africa 2025, prevista per il 10 febbraio.
Questo processo di selezione repentino si è reso necessario dopo che lo scorso settembre la Guinea, paese che avrebbe dovuto originariamente ospitare l’edizione del 2025, è stata privata del diritto di farlo a causa di ritardi nella costruzione degli impianti e mancanza di fondi per portare a termine i lavori.
Entro il 25 gennaio una delegazione della Caf ispezionerà le infrastrutture algerine e valuterà la preparazione complessiva del paese. In lizza ci sono anche le candidature singole del rivale Marocco e dello Zambia, e quella congiunta di Nigeria e Benin.
Il Marocco sembrerebbe essere favorito, ma l’Algeria negli ultimi anni, più precisamente dopo la salita al potere di Abdelmadjid Tebboune nel 2019, ha puntato con determinazione anche sullo sport per poter riaffermare la propria presenza sulla scena internazionale. Nel 2022 ha ospitato i Giochi del Mediterraneo e nel 2023 sarà anche la sede della Coppa d’Africa Under 17.
Ecco spiegata l’accelerazione nelle operazioni di rinnovamento dello stadio di Annaba e del completamento dei nuovi impianti di Tizi Ouzou, Oran e soprattutto Baraki, una località situata nella periferia sudorientale di Algeri.
Qui è stato eretto lo stadio dedicato a Nelson Mandela in cui si disputeranno tanto la gara inaugurale, a cui presenzierà anche parte della famiglia di Madiba, quanto la finalissima del 4 febbraio.