Sulla possibilità di stabilizzare le tre province del nordest – Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu – si gioca una parte rilevante della campagna elettorale nella Repubblica democratica del Congo in vista delle presidenziali e politiche del prossimo dicembre.
Le opposizioni sottolineano, a ragione, che il governo uscente ha fatto tante cose e tutte confuse; certamente nessuna decisiva per pacificare quei territori ricchi di minerali ma insidiati da decine di gruppi armati e dalle grinfie degli stati confinanti (Rwanda, Uganda, Burundi).
Il presidente uscente e ricandidato, Félix Tshisekedi, cerca invece di far passare il messaggio che ha fatto il possibile, che il nordest gli sta a cuore e che la mancanza di sovranità va imputata soprattutto al Rwanda che si impossessa illegalmente di minerali.
Per bloccare, o perlomeno rallentare, il traffici di oro nel Sud Kivu Tshisekedi ha fatto sapere alla stampa e all’opinione pubblica di aver dato vita a una società mista, Primera Gold Drc Sa, frutto di un accordo tra il paese africano e gli Emirati Arabi Uniti (Eau).
La società, che è operativa da poco più di una settimana, si è posta l’obiettivo di produrre nell’arco di tre mesi circa una tonnellata al mese di oro “certificato”, che verrebbe commercializzato attraverso gli Eau.
A trarne beneficio dovrebbero essere anche i 30mila minatori artigianali che sono già stati contattati e che potranno avere compensi regolari per il lavoro che svolgono. Si tenga conto che le stime più accreditate dicono di 20 tonnellate d’oro estratte ogni anno dai minatori artigianali: quasi tutte esportate illegalmente.
Una prima partita di 28 chilogrammi di lingotti d’oro legali sono stati inviati venerdì scorso ad Abu Dhabi. Una spedizione simbolica a beneficio della campagna elettorale del presidente.
Se questa operazione funziona, Tshisekedi la potrà sbandierare sui suoi vessilli elettorali. Se invece si tratta di fumo negli occhi, e lo si vedrà nei prossimi mesi, avrà fatto un regalo ai suoi maggiori oppositori: Martin Fayulu, espropriato della vittoria nel 2018 da una Commissione elettorale compiacente, e Moise Katumbi, già governatore del Katanga. (RZ)