Somalia: venti di guerra tra Somaliland e Puntland - Nigrizia
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I leader clanici della città contesa di Las Anod rifiutano la giurisdizione di Hargeisa
Somalia: venti di guerra tra Somaliland e Puntland
07 Febbraio 2023
Articolo di Redazione
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Rischia di svilupparsi in un pericoloso conflitto l’annosa disputa territoriale tra lo stato separatista settentrionale del Somaliland – che ha dichiarato l’indipendenza, non riconosciuta, nel 1991 – e lo stato semi autonomo del Puntland, a sud.

Ieri almeno 38 persone sono state uccise e più di 130 ferite in scontri tra soldati e combattenti antigovernativi nella città di Las Anod (o Lascanod), nella regione di confine di Sool, da anni contesa, in Somaliland. Il governo di Hargeisa ha dichiarato che uomini armati hanno attaccato basi dell’esercito e uffici statali nelle prime ore del mattino, accusando “leader tradizionali” di aver reclutato milizie armate.

Il giorno prima i capi clanici locali che amministrano la città avevano annunciato di non riconoscere più la giurisdizione del Somaliland e di volere quindi diventare parte del Puntland, giurando fedeltà a Mogadiscio.

A Las Anod la tensione è cominciata ad aumentare il 26 dicembre, in seguito all’uccisone di Abdifatah Abdullahi Abdi “Hadrawi”, un giovane funzionario del principale partito di opposizione del Somaliland, Wadaani, appartenente al clan dhulbahante, dominante nell’area. Ѐ stato l’ultimo di una lunga serie di assassinii politico-clanici mirati, rimasti irrisolti: 7 negli ultimi due anni, almeno 40 dal 2009.

Alle proteste della popolazione contro impunità e insicurezza, le autorità hanno risposto con l’intervento dell’esercito che ha sparato sui manifestanti, uccidendo circa 20 persone e ferendone molte altre (principalmente giovani).

Dopo aver occupato la città, le forze del Somaliland si sono ritirate all’inizio di gennaio, ma ora il governo sta ammassando soldati e attrezzature militari nei dintorni.

Dopo il ritiro dell’esercito i leader tradizionali, che amministrano Las Anod, hanno formato un comitato per discutere il futuro della città, decidendo infine di schierarsi con il governo di Mogadiscio.

La situazione, avvertono gli analisti, rischia di degenerare in un grave conflitto armato su base etno-clanica, con implicazioni politiche per l’intera regione.

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