Si tratta di una prima raccolta sistematica degli accordi tra la Santa Sede e i paesi africani.
L’autore, professore di diritto civile all’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense, chiarisce nelle prime pagine: «Non prendiamo in considerazione gli accordi stipulati dalle potenze coloniali in cui si univano le aspirazioni della colonizzazione con quelle della evangelizzazione, che ancor oggi spingono le indipendenti nazioni africane ad assumere atteggiamenti di prudenza con le attività della Chiesa mediante norme di rivendicazione della propria sovranità anche all’interno degli accordi recenti».
I paesi in questione con accordi stipulati tra il 1964 al 2019 sono Tunisia, Marocco, Camerun, Costa d’Avorio, Gabon, Mozambico, Guinea Equatoriale, Burundi, Capo Verde, Ciad, Repubblica democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Benin, Repubblica del Congo, Burkina Faso e Angola.
In prefazione il card. Pietro Parolin, segretario di stato, sottolinea «L’approccio del prof. Blasi è fortemente ispirato al senso dell’universalità della Chiesa, da cui scaturisce il riconoscimento della pari dignità di tutti i popoli e di tutti i paesi ai quali è rivolto l’annuncio del vangelo, anche attraverso lo strumento concordatario». Nelle intenzioni dell’editore, l’opera si rivolge non solo a studiosi e professionisti, ma anche a coloro che sono impegnati nei paesi africani sia nella dimensione religiosa (religiosi e movimenti) che civile (enti del terzo settore e organizzazioni della società civile).