Dopo aver denunciato in più occasioni il sistema cleptocratico di governo, il malaffare, la corruzione sistemica e la sottrazione di denaro pubblico da parte delle élite politiche e militari sudsudanesi, l’organizzazione The Sentry (del Progetto statunitense Enought!) torna ad occuparsi del giovane paese africano e del suo petrolio.
Lo fa con un rapporto dal titolo Crude Dealings. How Oil-Backed Loans Raise Red Flags for Illegal Activity in South Sudan (Accordi sul petrolio. Come i prestiti garantiti dal petrolio sollevano segnali d’allarme per attività illegali in Sud Sudan) che rivela dettagli di un accordo che “ha consentito a individui potenti di beneficiare della manipolazione del sistema di commercio per centinaia di milioni di dollari”.
E che rappresenta un seguito ideale alle precedenti ricerche dell’organizzazione sui proventi del petrolio che hanno anche finanziato la guerra civile, conclusa nel settembre 2018.
Ed è proprio pochi mesi prima, nell’aprile dello stesso anno, che viene siglata un’intesa tra l’azienda emiratina Trinity Energy Limited e la banca egiziana African Export-Import Bank (Afreximbank), con il sostegno del governo del Sud Sudan, per una serie di prestiti di 30 milioni di dollari garantiti dai proventi della vendita di petrolio. Vendita che è stata affidata alla stessa Trinity Energy.
L’accordo, scrive The Sentry, “ha dato a Trinity Energy, una società che non aveva mai commerciato greggio, un accesso privilegiato al mercato del petrolio del Sud Sudan”, concedendo alla società di aggiudicarsi oltre il 40% dei carichi di greggio appaltati dal governo da giugno 2018 a maggio 2019.
Inoltre, lo strumento di finanziamento commerciale ha permesso a Glencore Singapore, filiale del colosso minerario svizzero Glencore Plc, un accesso privilegiato ai contratti per la commercializzazione del greggio.
Glencore ha spedito greggio sudsudanese per un valore di 376 milioni di dollari nel 2019, attraverso accordi con Trinity Energy. La quale, da parte sua, ha speso milioni di dollari in costi di “agevolazione” e “acquisizione di affari”, inclusi 125.000 dollari in pagamenti al comitato governativo responsabile dell’approvazione dell’accordo. Corruzione, insomma.
Il sistema ha anche fatto sì che il governo pagasse un premio a Trinity Energy per la vendita di carburante al suo esercito e in particolare a un generale, Santino Deng Wol, che all’epoca era sotto sanzioni dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite e che ora è Capo di stato maggiore della difesa.
Tutto questo aggirando la legislazione sugli appalti, sulla supervisione, la trasparenza e la concorrenza, e facilitando l’evasione e la sottrazione di denaro. L’intesa, prosegue il report, “ha anche perpetuato una dannosa dipendenza dalla futura produzione di petrolio per finanziare la spesa corrente, ipotecando la futura prosperità del Paese e dei suoi cittadini”.
“Durante l’attuazione dell’accordo di finanziamento commerciale – si legge ancora nel rapporto – Trinity Energy ha cambiato milioni di dollari sul mercato nero, ha pagato fatture false all’estero per mascherare lo scambio di centinaia di migliaia di dollari sul mercato nero e si è impegnata in comportamenti indicativi di frode fiscale”.
E “questa assenza di controlli da parte del governo ha aperto le porte a trattative commerciali che si sono basate sui rapporti personali e sullo scambio di benefici e favori”.
The Sentry chiede quindi indagini indipendenti ed eventuali sanzioni da parte degli organismi multilaterali e istituzioni finanziarie globali e regionali, in particolare Fondo monetario internazionale e Banca mondiale.