È il paese africano con il più alto Pil procapite del continente, secondo i dati rilasciati nel dicembre 2021. Ma è anche il paese con la spesa procapite più alta al mondo per il consumo di eroina. A dichiararlo è il presidente Wavel Ramkalawan, che si dice seriamente preoccupato per questa situazione, ormai talmente urgente da essere considerata al pari di un’epidemia. Per le Seicelle è un problema di vecchia data, che pare però particolarmente duro a morire.
Secondo i dati, il consumo regolare di eroina coinvolgerebbe il 10% della popolazione. Una percentuale alta al punto da rendere necessario l’ingresso di lavoratori stranieri nel paese, per coprire quei posti di lavoro lasciati vuoti da chi non è più in grado di lavorare a causa della tossicodipendenza o da chi, a causa di essa, è finito in prigione.
Carenti i sistemi di prevenzione, così come ancora insufficienti sono le misure per eliminare la corruzione che consente l’ingresso di sostanze stupefacenti anche all’interno delle carceri. E questo nonostante le Seicelle risultino il paese meno corrotto dell’Africa subsahariana, secondo l’Indice di percezione della corruzione (Cpi) del 2022 – di cui trovate un explainer nel numero di marzo di Nigrizia. Neanche la presenza di guardie tanzaniane, chiamate ad affiancare quelle locali, si è finora rivelata pienamente efficace a rallentare il problema.
Pur con numeri impressionanti, le Seicelle non sono le sole in Africa a combattere contro una diffusione sempre maggiore delle sostanze stupefacenti. Si tratta di una questione estremamente complessa che allaccia nell’ombra più continenti e alla quale abbiamo dedicato questo mese la Bussola della rivista, per un maggiore approfondimento. Ogni droga infatti ha il suo scenario e la sua provenienza. L’eroina, in questo caso, viene nella maggior parte dei casi dall’Afghanistan, via nave. La natura insulare del paese rende particolarmente semplici gli sbarchi illeciti. (AB)