Il riverbero opaco delle elezioni presidenziali e legislative dello scorso 25 febbraio, vinte da Bola Ahmed Tinubu del Congresso di tutti i progressisti, secondo la Commissione elettorale (Inec), ha fatto scivolare di una settimana il voto sui governatori e i parlamenti dei singoli stati della federazione nigeriana.
Le elezioni che si dovevano tenere sabato 11 marzo sono state spostate al 18. Lo ha deciso la Commissione elettorale portando a giustificazione che solo ieri la giustizia nigeriana ha dato il permesso all’autorità elettorale di riconfigurare i computer utilizzati per il voto del 25 febbraio.
In effetti, il candidato alla presidenza Peter Gregory Obi, leader del Partito del lavoro, piazzatosi al terzo posto, aveva chiesto di poter ispezionare i computer prima della riconfigurazione. Lo scrutinio è stato segnato, anche a detta di osservatori esterni, da gravi défaillance tecniche e da numerosi ritardi nella trasmissione di dati. Inoltre sia Obi che il secondo arrivato Atiku Abubakar del Partito democratico popolare hanno parlato di «manipolazioni» e «brogli diffusi».
Il tribunale ha negato a Obi la possibilità di verificare come ha funzionato la gestione e la trasmissione dei dati delle presidenziali prima della riconfigurazione. E questo fatto può avere una notevole importanza in sede di ricorso (preannunciato da Obi) perché la riconfigurazione cancella dati sensibili.
L’Inec ha fatto sapere di non essersi mai opposta alla consultazione del materiale elettorale da parte di partiti che intendono fare ricorso sugli esiti elettorali.