(Senza) residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo - Nigrizia
Libri
Enrico Gargiulo
(Senza) residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo
Eris, 2022, pp.64, € 6,90
20 Marzo 2023
Articolo di Jessica Cugini
Tempo di lettura 2 minuti

L’iscrizione anagrafica è quel che consente a ogni persona di accedere a dei diritti: al servizio sanitario nazionale e assistenziale territoriale; all’accesso al gratuito patrocinio; all’iscrizione alle liste elettorali, se si ha la cittadinanza, così come a quelle di collocamento; al rinnovo del permesso di soggiorno o all’emissione della carta d’identità.

Quel che apparentemente sembrerebbe un diritto ovvio, visto che è sancito da una legge che risale al 1954, per alcune categorie di persone non lo è. Perché, nel tempo, questo antico diritto alla registrazione, nato per consentire l’accesso all’elencazione sopra scritta, è diventato non solo una modalità di monitoraggio del territorio, ma anche (soprattutto) di esclusione da questo.

Così, nonostante la legge preveda di registrare all’anagrafe anche coloro che una residenza non la hanno, perché si trovano senza dimora, ma hanno comunque diritto a poter accedere a una serie di servizi che lo stato deve garantire, questo spesso non accade. L’iscrizione anagrafica – spiega l’autore, sociologo – è diventata un dispositivo di selezione tra chi è “desiderabile” e “legittimo” e chi non lo è.

Un esempio lampante di tutto questo è il mancato riconoscimento della cosiddetta “residenza fittizia”, la registrazione di una residenza in una via che territorialmente non esiste, ma che ha un alto valore giuridico: permettere l’accesso ai diritti da parte di chi è senza casa. Una mancanza che limita la libertà e rende più ricattabili le persone.

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