«Sul piano giuridico, il dibattito è chiuso da tempo». La frase, riferita alle elezioni presidenziali del febbraio 2024 in Senegal, è stata pronunciata dal presidente Macky Sall in un’intervista rilasciata al settimanale francese L’Express. Significa che Sall annuncerà la sua candidatura quando lo riterrà opportuno, ma lo farà sicuramente.

Secondo il suscettibile Sall è fuori discussione che possa candidarsi per un terzo mandato presidenziale, semplicemente perché non sarebbe un terzo mandato. Eletto una prima volta nel 2012 per un periodo di sette anni, ha portato a termine il suo incarico e poi ha vinto le elezioni del 2019. Ma nel 2016 è stata riformata la Costituzione e approvata tramite referendum. La nuova Costituzione stabilisce che la durata del mandato presidenziale sia di cinque anni. Ne deriva che il suo primo mandato, essendo avvenuto prima della riforma, non può essere preso in considerazione. E il Consiglio costituzionale lo ha considerato «intangibile».

Rimane il fatto che l’opposizione politica – che gli contesta la legittimità di presentarsi per un terzo mandato – è già da tempo in campagna elettorale e non risparmia certo le accuse al presidente uscente. Prima fra tutte di cercare di impedire la candidatura di Ousmane Sonko per via giudiziaria.

Sul capo di Sonko, figura forte dell’opposizione, pendono due processi. Il primo per presunta violenza, nel 2021, nei confronti di una donna. Il secondo in seguito a una denuncia sporta dal ministro del turismo Mame Mbaye Niang per diffamazione, ingiurie e falso. Se condannato, Ousmane Sonko verrebbe radiato dalle liste elettorali e sarebbe dichiarato ineleggibile per la presidenza.

Intanto il clima si surriscalda. Il portavoce di Sonko ha denunciato che dal 16 marzo, in seguito a manifestazioni contro il governo, sono state arrestate 400 persone in tutto il paese. E ieri nella regione della Casamance una persona è morta nel corso di scontro tra manifestanti e forze dell’ordine.