Il governo militare del Burkina Faso ha sospeso dal 27 marzo le trasmissioni di France 24, dopo che il canale di informazione ha mandato in onda, tre settimane fa, un’intervista con il capo dell’ala nordafricana di al-Qaida, Aqim. Lo ha annunciato il portavoce del governo del Burkina Faso, Jean Emmanuel Ouédraogo.
La direzione di France 24 ha reagito con un comunicato stampa, deplorando questa decisione e contestando «le accuse infondate che mettono in discussione la professionalità della Tv».
Riguardo ai fatti contestati dal governo burkinabè, il canale televisivo afferma che «mai è stata data la parola direttamente al capo islamista, avendo cura di riportare le sue osservazioni in forma di cronaca, permettendone il necessario distanziamento e contestualizzazione». E ha sottolineato che «questa cronaca ha permesso per la prima volta di confermare che l’ostaggio francese Olivier Dubois, da allora liberato, era stato trattenuto da Aqim».
France 24 denuncia il fatto, inoltre, che «la decisione di sospendere il canale arriva senza preavviso e senza che siano state attuate le procedure previste dall’accordo di trasmissione redatto dal Consiglio superiore della comunicazione del Burkina Faso», ricordando che «a dicembre 2022, il governo aveva già sospeso la radio Rfi, esonerandosi da ogni rispetto delle procedure».
Secondo il governo burkinabè, France 24 non agirebbe solo come agenzia di comunicazione per questi terroristi. Anzi, offrirebbe «uno spazio per legittimare i terroristi in azioni e discorsi di odio veicolati per soddisfare gli scopi malvagi di questa organizzazione in Burkina Faso».
Inevitabile collegare questa decisione dell’esecutivo burkinabè con le relazioni deteriorate tra Parigi e Ouagadougou. Relazioni che si sono inasprite da quando i militari hanno preso il potere nel paese dell’Africa occidentale alla fine dello scorso anno. A gennaio, il governo aveva annunciato l’espulsione delle truppe francesi che stavano combattendo gli insorti islamici.