Non lasciare che la tragedia di Cutro sia stata vana. Dare a quel dolore, che tanto li ha scossi, un senso. Perché quel barcone che si è rovesciato a poca distanza dalla spiaggia di Steccato, nella notte fra il 25 e il 26 febbraio, poco più di un mese fa, non è stato l’ultimo. Altri morti in mare ci sono stati, altri ce ne saranno, loro lo sanno.
E pensando ai naufragi a venire hanno deciso di autotassarsi e costituire un fondo. Un fondo che provvederà alle spese di sostentamento e soccorso di famigliari delle vittime che verranno.
Loro, sono le persone migranti che abitano nell’accampamento di Borgo Mezzanone, uno dei 150 ghetti sparsi sul territorio italiano. Una realtà di braccianti che lavorano nelle campagne e che vivono lì, nell’ex pista militare che sorge a soli dodici chilometri da Foggia e che arriva a contare fino a 2mila anime nei mesi di punta delle raccolte nelle campagne limitrofe.
Dopo Cutro si sono parlati, si sono chiesti cosa potessero fare per dare un senso alla tragedia e hanno deciso di autotassarsi: dieci euro al mese, da far confluire in un conto corrente con un fine specifico, aiutare chi si troverà ancora ad affrontare una spesa che non aveva previsto, quella della morte.
Solidarietà già col Covid
Non è la prima volta che tra le persone migranti di Mezzanone parte una raccolta fondi: al tempo del Covid-19 il sostegno solidale è stato forte tra la gente che abita in queste baraccopoli di muratura. Ma, racconta alla Gazzetta del Mezzogiorno, Daniele Iacovelli, segretario della Flai Cgil, «è la prima volta che le cinque etnie presenti nel campo interagiscono tra di loro e si impegnano a sostenere i familiari di vittime future, dunque senza sapere a chi toccherà il finanziamento promosso».
Le adesioni iniziano ad arrivare, in oltre duecento hanno già aderito all’iniziativa. Il tam-tam è partito e tra chi sta tenendo le fila dell’iniziativa c’è ottimismo. L’accampamento è un porto di mare, ci sono arrivi e partenze quotidiane, la voce si diffonde, così come la solidarietà tra chi conosce da vicino le storie della disperazione.