Il 13 giugno il parlamento del Sudafrica ha approvato un disegno di legge, il National Health Insurance (NHI) Bill, che introduce la copertura sanitaria universale nel paese.
L’intenzione, per il governo, è garantire sicurezza sociale a tutti i sudafricani, superando il divario tra il sistema sanitario dei poveri e quello dei ricchi, e limitare il ricorso ad assicurazioni private.
Il ministro della sanità, Joe Phaahla, ha salutato l’approvazione come «uno degli atti legislativi più rivoluzionari presentati alla Camera dagli albori della democrazia, nel 1994».
Le opposizioni, invece, insorgono, sostenendo che la misura porterà al collasso del già sovraccarico sistema sanitario pubblico – il più costoso al mondo, secondo il governo – e sarà insostenibile per la casse dello Stato. Il rischio, aggiungono, è anche quello di foraggiare la corruzione.
Michele Clarke di Alleanza democratica (DA) invita il partito di maggioranza, l’African National Congress (ANC), a «prestare attenzione all’avvertimento del ministro delle finanze Enoch Godongwana, secondo cui il paese non può permettersi l’NHI».
La deputata dell’African Christian Democratic Party (ACDP), Marie Sukers, ha affermato che «le conseguenze di questa legislazione saranno di vasta portata e molto costose, con l’inevitabile conseguenza che potremmo trovarci di fronte a un esodo fuori dal paese da parte delle società mediche e del capitale umano».
Per gli Economic Freedom Fighters la legge «non avrà alcun impatto materiale sulla vita di coloro che soffrono la disumanità del collasso dell’assistenza sanitaria pubblica e non farà che rafforzare ulteriormente le disuguaglianze esistenti tra le istituzioni sanitarie private e pubbliche».
Nella principale potenza industriale africana – che è anche il paese con il maggior divario sociale al mondo -, gli ospedali pubblici sono spesso sovraffollati e con risorse o personale insufficienti. I più privilegiati, circa il 16% della popolazione, si rivolgono al settore privato.
Il disegno di legge NHI era stato proposto per la prima volta nel 2011 ed era fermo in parlamento dal 2019. Per entrare in vigore la legge dovrà essere approvata dal Consiglio nazionale delle province e ratificata dal presidente Cyril Ramaphosa.