La discussa riforma del codice elettorale in Senegal è infine intavolata. Gli articoli L28 e L29 saranno modificati in modo da restituire tutti i diritti civili e politici (quello che conta qui è la possibilità di candidarsi alle elezioni) a chi era stato condannato e in seguito soggetto a grazia e amnistia.
A rientrare in questi parametri ci sono due candidati illustri dell’opposizione senegalese: l’ex sindaco di Dakar Khalifa Sall e il principale esponente del Partito Socialista Karim Wade. Quest’ultimo ha anche ottenuto la revisione del processo in cui era stato giudicato colpevole, per ottenere una riabilitazione anche fattuale e giudiziaria del suo profilo. Così facendo, la via alla candidatura alle elezioni presidenziali del 2024 è spianata.
Il via libera alla modifica al codice elettorale è arrivata lo scorso sabato 24 giugno, al termine del ‘dialogo nazionale’, un’iniziativa cominciata il 31 maggio per opera di Macky Sall e finalizzata ad aprire un canale di negoziazione con le forze d’opposizione interessate a vedere le carte del Presidente.
Tra chi non ha voluto sedersi al tavolo, va annoverato Pastef, il partito guidato da Ousmane Sonko, il principale leader dell’opposizione senegalese. Anche prima della sua condanna a 2 anni di reclusione – a seguito del quale si erano scatenati violenti disordini in tutto il paese – Pastef aveva rifiutato di partecipare al dialogo. Motivo dichiarato: Sall non voleva mettere in discussione la sua malcelata intenzione di candidarsi per un discusso terzo mandato. In più, lo riteneva responsabile della gestione di un accanimento giudiziario nei confronti di Sonko.
Altro annuncio chiave uscito dal dialogo nazionale: Sall attenderà il 29 agosto, ossia dopo le celebrazioni del Tabaski (festa musulmana seconda per importanza solo alla fine del Ramadan) per pronunciarsi sulla questione del terzo mandato.
La situazione può essere riassunta in modo piuttosto secco: Sall si sta costruendo il fronte dell’opposizione a piacimento. Da un lato liquida Sonko; dall’altro riabilita due figure chiave che lui stesso aveva fatto cadere nella polvere (via processi giudiziari per corruzione) poi risollevati (con grazia presidenziale) e infine rimessi in pista (via fresca modifica del codice elettorale).
Operazioni da demiurgo politico o apprendista stregone con cui spacca l’opposizione senegalese a livello di partiti. Sarà da vedere in che misura il divide et impera funzionerà anche a livello di piazza, che da due anni a questa parte è arrivata più volte a contare i morti negli scontri con la polizia.