L’Alta corte di Pretoria ha stabilito che la decisione del governo del Sudafrica di non rinnovare il permesso temporaneo di soggiorno a 180mila immigrati zimbabweani è «illegale, anticostituzionale e non valida». E ha deliberato che il permesso è valido per altri 12 mesi.
Negli ultimi anni il Sudafrica, prima potenza industriale del continente e alle prese con un tasso di disoccupazione di oltre il 30%, ha stretto le maglie delle leggi e dei regolamenti in materia di immigrazione anche sulla spinta delle proteste di settori dell’opinione pubblica e di gruppi xenofobi.
Il malcontento sul tema immigrazione risale perlomeno al 2009 quando numerosi zimbabewani, in fuga dal loro paese in preda a una crisi politica ed economica che ancora non è terminata, hanno ottenuto dalle autorità sudafricane un permesso di soggiorno delle durata di quattro anni.
Permesso che è stato rinnovato più volte fino a quando, nel 2021, il governo aveva deciso di non prolungare il permesso oltre il dicembre 2022. Il che significa aprire la strada a espulsioni di massa.
L’Alta corte si è pronunciata in seguito a un ricorso avanzato dalla Fondazione Helen Suzman, impegnata nella difesa dei diritti umani. Secondo la Fondazione la sentenza ha «un’importanza considerevole per i zimbabewani che vivono legalmente in Sudafrica da quasi 15 anni».