Macky Sall non correrà per un terzo mandato. Lo ha annunciato ieri sera in un atteso discorso alla RTS, la televisione nazionale senegalese. La decisione ha a dir poco sorpreso la maggior parte degli osservatori. Negli ultimi mesi i segnali sembravano tutti convergere verso una nuova candidatura.
Il nodo del contendere aveva a che fare con il limite di due mandati imposti dalla costituzione. Macky Sall era stato eletto nel 2012. Poi di nuovo nel 2019; per cui quello in corso doveva segnare il suo capolinea da presidente. Tuttavia, secondo Sall, la riforma costituzionale (da lui) voluta nel 2016 – che ha ridotto la durata del mandato da 7 anni a 5 – azzerava il conto. Di tutt’altro avviso l’opposizione, che ha da subito parlato di una violazione della sostanza – se non della forma – della legge.
Ieri sera, il presidente ha ribadito che la costituzione «me ne dà diritto». Ma a questo punto, i cavilli giuridici non interessano più. Quello che pesa è la decisione finale. Che pone fine ad un’ambiguità durata più di un anno e che è stata tra i principali fattori dell’innalzamento di tensione nel paese.
Per la coalizione di governo, la BBY, la preoccupazione principale diventa sfornare un candidato per le elezioni presidenziali, previste per febbraio 2024. Impresa non facile in tempi così stretti e in assenza di un delfino. Ma a doversi riconfigurare non sono solo i partiti di maggioranza. L’intero spettro partitico senegalese faceva i conti con la prospettiva di Sall in campagna elettorale.
Intanto, rimane in uno stato di limbo quello che è stato il più agguerrito oppositore al terzo mandato e che figura ancora come il più importante esponente dell’opposizione: Ousmane Sonko. Per lui, la condanna a due anni di reclusione ricevuta il 1 giugno per corruzione della gioventù, potrebbe essere eseguita in qualsiasi istante.
Con rischio annesso di nuovi scontri di piazza. Gli ultimi erano esplosi subito dopo l’arrivo della sentenza e avevano portato ad almeno 16 morti. In un appello via social media diffuso due giorni fa, Sonko aveva chiamato i suoi sostenitori a «uscire in massa per le strade e affrontare il regime di Macky Sall per dirgli che non sarà lui a scegliere per i senegalesi chi sarà il candidato alle presidenziali».