Alla fine della scorsa settimana diversi media internazionali hanno riportato la notizia della scoperta di un giacimento di rocce fosfatiche con un potenziale stimato di 70 miliardi di tonnellate in Norvegia. Se l’Unione Europea ha già accolto con favore la scoperta, Rabat si è mostrata preoccupata.
Il Marocco, infatti, è attualmente il secondo produttore mondiale di fosfati, dopo la Cina, grazie anche allo sfruttamento delle inesauribili miniere che si trovano nel Sahara occidentale, territorio da lui occupato. Secondo un rapporto pubblicato all’inizio di luglio su Ecofin Pro, se le potenzialità di questo progetto si concretizzassero, l’economia marocchina ne risentirebbe negativamente. I fosfati sono infatti il principale prodotto del settore minerario marocchino, che nel 2020 ha rappresentato oltre il 20% delle esportazioni e circa il 10% del Pil. E nel 2021 ne ha prodotte 38 milioni di tonnellate.
Il Marocco rappresentava il paese con le maggiori riserve della materia prima utilizzata nei fertilizzanti, ma anche nell’energia (pannelli solari) e automotive (per veicoli elettrici). Citando l’United States Geological Survey (Usgs) come fonte, il rapporto indica che le riserve marocchine ammontavano a 50 miliardi di tonnellate nel 2021, ovvero oltre il 70% dei 71 miliardi di tonnellate di riserve mondiali conosciute a quella data. La Cina, che lo seguiva in classifica, ospitava appena 3,2 miliardi di tonnellate di riserve.
Pertanto, l’arrivo di un nuovo concorrente con capacità produttive così elevate può sconvolgere la gerarchia sul mercato e influire sui prezzi.
Il fatto, poi, che questo concorrente sia europeo, con libero accesso ai diversi mercati dell’Unione, potrebbe anche privare il Marocco di un importante cliente rappresentato dall’Ue. Il regno cherifiano è il primo fornitore di fosfato nell’Eurozona, molto prima della Russia (16%).
Mentre Ocp, società statale che si occupa della produzione di fosfati, ha lanciato nel dicembre 2022 un programma per aumentare la propria capacità, lo sviluppo del progetto norvegese rappresenta davvero un rischio per l’economia marocchina.
Tuttavia, anche se molti analisti ritengono che le risorse norvegesi non siano confermate nelle proporzioni annunciate, non c’è dubbio che Norge Mining sia su un grande progetto capace di scuotere le gerarchie mondiali. Ci vorrà comunque del tempo per realizzare questo potenziale e questo tempo dovrebbe essere utilizzato dal Marocco e da altri paesi produttori del continente (Tunisia, Senegal, Togo, ecc.) per riadattare le proprie strategie commerciali.